Last Updated on 5 Marzo 2020 by Eleonora Bolsi
L’immunonutrizione è una branca della nutrizione piuttosto recente, e significa fare un tipo di alimentazione che supporti o aumenti le difese immunitarie.
Utilizzata dapprima in pazienti con traumi o in pazienti che devono essere o sono stati sottoposti a particolari procedure chirurgiche, oggi si inizia a parlare di immunonutrizione anche in campo di prevenzione.
Per esempio per sostenere le difese immunitarie o aumentarle per fare fronte a delle infiammazioni.
Questo perché oggi si dà per assodato che il cibo influenzi le nostre difese immunitarie, attraverso la flora intestinale e attraverso l’apporto o la carenza di nutrienti che possono dare vita a processi infiammatori.
Per esempio sappiamo che chi fa una dieta povera di vitamine e sali minerali e ricca di alimenti industriali e scarsamente freschi, rischia di più di ammalarsi o soffrire di disturbi infiammatori.
L’immunonutrizione in questo caso è preventiva, ma non risolutiva.
Ovvero al momento non è possibile curare le malattie con la dieta, semmai prevenirle o ridurne i sintomi.
In questo articolo vediamo, alla luce delle moderne ricerche scientifiche e di qualche testo specifico, di scoprire i punti fermi dell’immunonutrizione.
E di tradurli in un approccio pratico alimentare.
IMMUNONUTRIZIONE, GENETICA E DIETA
Si intitola così un testo sull’immunonutrizione a opera di una equipe di medici delle Università di Huston, in Texas, e Los Angeles, specialisti in Nutrizione Umana, Immunologia e Biochimica.
Nel testo si legge che le carenze nutrizionali possono compromettere la funzione immunitaria, e che invece l’integrazione di particolari nutrienti può stimolare le difese immunitarie.
Dal punto di vista dei nutrienti, per esempio, si è visto che le vitamine A, D, B6 e i folati sostengono e accrescono le difese immunitarie.
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