Oggi parlare di peso corporeo è diventato un argomento sempre più complesso e delicato. Figurarsi parlare di perdita di peso. Da un lato, stiamo assistendo all’ascesa di nuovi farmaci per la perdita di peso nonostante il crescente interesse per il movimento della body positivity.
Dall’altro, persiste e aumenta lo stigma sociale legato al peso corporeo, che porta molte persone a sentirsi giudicate per il loro aspetto fisico, ad auto-isolarsi e a soffrire di ansia sociale e fenomeni depressivi.
Questo articolo, tratto da un pezzo apparso su Time, esplora le sfide del parlare di perdita di peso in un momento di forti contraddizioni sociali.
Le difficoltà del “dialogo sul peso”
La discussione sul peso corporeo è spesso ostacolata da timori e pregiudizi.
Alcune persone temono di essere etichettate come sostenitrici della dieta o della “fatphobia“, se parlano apertamente della propria esperienza con la perdita di peso.
Altre, invece, ritengono che la perdita di peso sia una scelta personale che dovrebbe essere sostenuta e non stigmatizzata.
Queste diverse posizioni creano un clima di incertezza e disagio, rendendo difficile affrontare il tema del peso in modo costruttivo.
Il risultato però produce l’effetto opposto.
Se sempre meno risorse gratuite offrono soluzioni per chi vuole perdere peso, usando argomentazioni scientifiche di valore come studi in doppio cieco, si diffonde maggiormente il fai-da-te. Rimane ovvio ma va sempre ribadito che ciò che leggiamo su internet, compreso quello che trovate su Dcomedieta, ha scopo divulgativo e non esortativo né tantomeno prescrittivo.
Informarsi sì, ma poi rivolgersi al medico di competenza.
D’altro canto però stiamo assistendo a un fenomeno strano: circolano sempre meno notizie di tipo scientifico sulla perdita di peso. Questo non perché non si facciano studi in proposito, ma perché ne viene scoraggiata l’indicizzazione in rete e quindi la diffusione.
Il motivo?
Un modo censorio di occuparsi dello stigma: poiché è troppo difficile cambiare mentalità, né si può cambiare il business del wellness, si penalizzano tutti quei siti e quegli studi che parlano di dimagrimento. E così si pensa di risolvere il problema. Ma in realtà quello che si fa è continuare a vendere lo stesso modello.
Le conseguenze dello stigma del peso corporeo
Lo stigma del peso corporeo può avere conseguenze negative significative sulla salute mentale e fisica delle persone. Le persone che subiscono discriminazione a causa del loro peso corporeo sono più a rischio di sviluppare disturbi alimentari, depressione, ansia e bassa autostima.
Inoltre, possono avere difficoltà ad accedere a cure mediche adeguate e a mantenere uno stile di vita sano. Questo stigma è un problema reale e non va mai messo in secondo piano.
D’altra parte, però, lo stigma del peso corporeo sta influenzando anche l’informazione: il risultato è avere a disposizione minori dati per chi naviga in rete. E’ come se, anziché affrontare il problema apertamente si sia deciso di censurare ogni genere di informazione legata alla parola corpo. E così ogni rischio potenziale di offendere qualcuno.
Si passa così dallo stigma del peso allo stigma della parola.
Il problema è che non si elimina un fenomeno sociale eliminando le informazioni positive o negative che siano. Si elimina cambiando mentalità.
Come superare lo stigma
Per superare lo stigma del peso corporeo è necessario un cambiamento culturale che promuova l’accettazione di sé e la salute in tutte le sue forme.
È importante ricordare che il peso corporeo non è un indicatore del valore di una persona e che la salute non si misura solo sulla bilancia.
Ecco alcuni passi che possiamo fare per creare un mondo più inclusivo e rispettoso:
- Educarci e informarci.
- Usare un linguaggio inclusivo.
Evitiamo di usare termini offensivi o discriminatori quando parliamo del peso corporeo. Alcune parole sono neutre se usate in contesto medico e nel rapporto tra dottore e paziente. Sono superflue se non offensive in altri contesti, come nei social. Non sta a noi fare notare a una persona che ha preso peso e questo può avere conseguenze sulla sua salute.
D’altro lato, non dobbiamo giudicare chi invece prende la decisione di dimagrire.
Se nei social una persona tuttavia promuove pratiche che giudichiamo pericolose, per esempio sponsorizzando farmaci, possiamo segnalare la cosa. - Promuovere l’accettazione di sé.
Celebriamo la diversità dei corpi e incoraggiamo le persone al rispetto reciproco.
Non siamo i loro medici e i nostri gusti personali possiamo tenerceli per noi. - Sostenere chi ne ha bisogno.
Offriamo supporto e risorse alle persone che subiscono discriminazione a causa del loro peso corporeo. Allo stesso tempo però, cerchiamo di essere supportivi se una persona decide di cambiare il proprio corpo, per esempio mettendo su del peso o perdendolo o scegliendo di fare altri percorsi di trasformazione.
Parlare di peso corporeo in modo aperto e onesto è fondamentale per promuovere la salute e il benessere di tutti. Solo attraverso il dialogo e la comprensione reciproca possiamo superare lo stigma e creare una società più inclusiva e rispettosa, dove il peso corporeo non sia un ostacolo al dialogo e alla salute, ma solo un dato come un altro.