mercoledì, Ottobre 30

Contare le calorie non ha senso, dice un’inchiesta

Last Updated on 15 Aprile 2019 by Eleonora Bolsi

Peter Wilson è uno scrittore e giornalista che nell’ultimo anno ha perso 13 chili semplicemente rivedendo il proprio rapporto con il cibo. E smettendo di contare le calorie.

Lo ha fatto dopo avere compiuto delle ricerche abbastanza approfondite sul sistema CICO, che sta per Calories In Calories Out.

Un sistema che conosciamo tutti, in pratica, e che in sostanza vuol dire: se vuoi dimagrire devi introdurre meno calorie (calories in) di quante ne consumi (calorie out).

Alla base delle ricerche di Wilson ci sono alcuni casi di persone che pur contando religiosamente le calorie non perdevano il peso che in teoria avrebbero dovuto perdere, ma molto di meno e con molta più fatica.

Se il sistema di contare le calorie funziona, perché dopo avere tagliato 3500 calorie a settimana, molti non perdono il classico mezzo chilo che ci si aspetterebbe? Basta guardare gli studi sulle diete ipocaloriche: i partecipanti non hanno una perdita di peso lineare. C’è chi perde molto poco, chi di più, nonostante i soggetti vengano raggruppati a seconda del loro dispendio energetico giornaliero. Il motivo lo spiega il matematico Kevin Hall, autore di numerosi studi scientifici sulla perdita di peso. Questa misura viene da un conteggio tra libbre di carne e di grasso fatte in laboratorio. Ma quando si va a guardare la letteratura scientifica, si nota facilmente che tagliando 3500 calorie dalla propria dieta, le persone non perdono automaticamente mezzo chilo.

Wilson fa un’attenta analisi di cosa voglia dire contare le calorie, studi scientifici alla mano.
E mette in luce alcuni risultati interessanti, in un articolo poi pubblicato su The Economist.
Ve li riassumo in alcuni punti.

COSA SONO LE CALORIE IN DUE PUNTI

  1. Una caloria è la quantità di calore che impiega l’acqua distillata nelle dosi di un kg quando passa dalla temperatura di 14.5° a quella di 15.5° alla pressione di 1 atm. E quella che emette raffreddandosi al contrario.
    Cambiando mezzo, cioè usando i cibi al posto dell’acqua, cosa che fu fatta dal 1860 in poi, è possibile calcolare quante calorie sviluppano un grammo di carboidrati, uno di proteine e uno di grassi. Al momento quelle che noi chiamiamo “calorie” di un cibo sono di fatto le chilo-calorie (Kcal), ma il sistema internazionale usa i joule (e i chilo-joule) come unità di misura più attendibile.
  2. Secondo la prima legge della termodinamica, l’energia di un sistema può essere ricondotta alla quantità di calore che produce nella sua trasformazione. Da questo, in dietetica si utilizzano le calorie per dire che l’energia che assumi, in sostanza, attraverso il cibo è traslabile nel suo calore, e quindi si può calcolare in calorie, così come l’energia che consumi. Dunque il sistema uomo, attraverso il metabolismo, si può ridurre a un dispendio energetico giornaliero e un accumulo energetico giornaliero. Se si accumulano più calorie di quante si consumano, si ingrassa.

Il problema è: come si fa a stabilire correttamente quante calorie assumiamo?
Come si fa a stabilire correttamente quante calorie bruciamo?
(SEGUE A PAGINA DUE)