Last Updated on 15 Gennaio 2019 by Eleonora Bolsi
Digiunare o saltare i pasti. Esercitarsi con l’obiettivo di bruciare molte calorie. Fare la fame mangiando pochissimo con l’obiettivo di dimagrire più in fretta. Cosa hanno in comune queste strategie? Semplice.
Rallentano il metabolismo, portando a quello stato noto come “starvation mode” che però finora non si era mai dimostrato scientificamente, ma solo dal punto di vista osservativo. Oggi però, uno studio molto importante rivela che, quando il corpo è a corto di energia, il fegato si attiva producendo un ormone. Un ormone che rallenta il metabolismo, facendoci bruciare quindi meno calorie.
COME AGISCE L’ORMONE CHE RALLENTA IL METABOLISMO
La ricerca, a opera della Università del Michigan Life Sciences Institute, e pubblicata sulla rivista Nature Metabolism, parla di un feedback metabolico negativo a opera del Tsukushi, un fattore di secrezione epatico che si attiva nel caso in cui il corpo segnala di avere poche energie disponibili. Lo TSK agirebbe dunque sul metabolismo, dopo essere stato prodotto dal fegato, abbassando la richiesta energetica. Nelle persone che tendono a ingrassare, lo Tsukushi (dal nome del suo scopritore) è elevato, in chi ha un metabolismo alto è minore.
Quindi, chi esagera con la dieta o con l’esercizio fisico, o salta i pasti per spingere il suo corpo a dimagrire di più, avrà adesso una cattiva notizia. Che il metabolismo, a causa del fegato, si abbassa non appena il corpo riceve meno energie. E che questo meccanismo è praticamente immediato.