Last Updated on 30 Novembre 2018 by Eleonora Bolsi
La paleodieta? Farebbe male al cuore.
E’ quanto rivela una ricerca australiana condotta dall’Università di Perth.
Il team ha analizzato i marker di infiammazione di 44 soggetti che seguivano la paleodieta, confrontandoli con quelli di 47 persone che invece facevano una dieta varia benché tipicamente occidentale.
Per intenderci, chi seguiva la paleodieta mangiava più carne, pesce, verdure, noci ma poca frutta, limitando il consumo di altri carboidrati a poche patate dolci e farine alternative (di cocco, di mandorle, eccetera).
L’altro campione mangiava ovviamente anche legumi, cereali e latticini.
Il risultato ha stupito gli stessi ricercatori.
Chi seguiva la paleodieta infatti aveva un tasso molto alto di trimetilammina-N-ossido (TMAO), un composto ammino ossido che una serie di studi ha collegato a un maggior rischio di malattie cardiovascolari. Il TMAO viene prodotto dallo stomaco.
In chi seguiva la Paleodieta si sono riscontrati livelli doppi del normale di trimetilammina-N-ossido.
Secondo il team, chi segue la paleodieta assume troppa carnitina a causa dell’eccessivo ricorso a proteine animali.
Proteine che non vengono bilanciate da adeguate porzioni di frutta e cereali, e in generale di amidi.
Questo crea un problema a livello batterico intestinale, che si traduce in un rischio preoccupante per il cuore.
Alle persone che seguono la dieta paleolitica consiglio di mangiare più frutta, platani, tuberi (comprese le patate, ora paleo), shirataki di konjac, riso basmati e non solo verdure, associando questi alimenti a ogni pasto con proteine animali.
E di mangiare pesce e uova e non carne tutti i giorni.
Ma soprattutto di non temere i carboidrati.
Per approfondimenti:
Paleodieta, prendiamone il meglio.