Last Updated on 23 Marzo 2018 by Eleonora Bolsi
Faceva una dieta dopo l’altra, e si esercitava compulsivamente, passando ore e ore in palestra quasi tutti i giorni pur di mantenersi magra: essere bella e in forma era un lavoro per Iskra Lawrence, ragazza solare e bionda, molto bella, che aveva deciso di prendersi cura del proprio corpo per lavorare come modella. Per questo ogni settimana si prendeva costantemente le misure: la bilancia non bastava, e Iskra iniziava dalle caviglie. Di lavorare, lavorava, ma nel corso degli anni la sua salute vacillava, e così la sua voglia di vivere. A peggiorare la cosa, un’agenzia per modelle che la licenzia a soli 16 anni perché aveva i fianchi più larghi delle misure imposte alle modelle. Questo ha aperto in lei una voragine: quello che faceva non era abbastanza, si diceva, e iniziò a vedersi sempre e comunque troppo grassa. Ha sviluppato un disordine alimentare e una dismorfofobia che l’hanno accompagnata per anni, continuando a negarsi il cibo.
Solo l’aiuto della sua famiglia le ha permesso di sopravvivere e guarire.
Dopo il caso di Liza, la modella che pur di sfilare mangiava solo 500 calorie al giorno, la storia di Iskra ci insegna che, per vivere bene bisogna prima di tutto accettare il proprio corpo. E partire dal suo benessere: una restrizione calorica ossessiva e una dieta dopo l’altra sono l’ultima cosa di cui il corpo ha bisogno per stare in forma. E ci dà tanti segnali per suggerircelo, segnali che spesso non ascoltiamo, troppo impegnati a raggiungere non il modello migliore di noi stessi, ma un modello esterno a noi, spesso. Iskra si è resa conto di tutto il tempo perso in restrizioni, bilance, ore di cardio, malumori, lotta con il cibo. E ha avuto il coraggio di dire basta a un ideale, cambiare lavoro (ora è una modella plus-size) e puntare tutto sul suo benessere psichico e fisico, aprendo anche un blog per aiutare le persone in difficoltà come lei. Psichico perché ha fatto pace con il cibo e con lo specchio, mantenendo un regime sano ma senza ossessioni; fisico perché continua ad allenarsi, ma lo fa innanzitutto per stare bene.