Tempo di feste terribili, tempo di buffet. Sì, in tantissime occasioni ci troveremo con un piatto in mano, l’aria affamata, l’espressione disorientata e la preoccupazione di dover mangiare senza voler prendere peso. Ne valesse almeno la pena! Spesso dietro i buffet di aperitivi o pranzi o cene in piedi si nasconde l’insidia di cibi conditi troppo o cucinati male dalla padrona di casa, che spesso ricorre all’aiutino della gastronomia sotto casa per propinarci piatti pieni di maionese, o zucchero o sale. Io ricordo ancora l’incubo di certi pranzi natalizi a casa di una vecchia zia. Dalla vigilia di Natale preparava un vassoio di antipasti che poi rifilava fino al primo dell’anno: paté, insalata russa e tartine comprare dal supermercato, salumi e latticini immersi nella panna, sgraziate bruschette alle varie salsine tartufate o ai carciofi o alle olive nere, le stesse che troneggiano negli scaffali di ogni negozio di alimentari, sottoli anche elaborati, uova ripiene di maionese e poco altro. Le gastronomie dei reparti frigo dei supermercati sembrano fare a gara di questi tempi: è tutto panna, prosciutto cotto, amido a cucchiaiate, maionese, pesce surgelato, margarina o olio di pessima qualità.
Ma negli anni il buffet si è arricchito di nuove e sconcertanti varianti con la scusa del salutismo spiccio. Cercate anche voi di distinguere cosa mettere nel piatto grazie a questa mia semplice lista di orrori a cui dire “no, grazie!”.
CIBI CALORICI E DANNOSI DA EVITARE AL BUFFET
Neanche Bridget Jones mangerebbe:
– l’insalata russa del supermercato: non è fatta neanche con vera maionese e le verdure contengono zucchero.
– i piatti vegani: un modo come un altro per dire che sono pieni di panna di farro, latte di cocco, seitan. Leggi: zucchero, grassi, glutine.
– i piatti cremosi: paste, tartine, terrine piene di panna, ricotte, mascarpone. L’insulina potrebbe crescere così tanto nel vostro sangue da renderlo un budino.
– i piatti gluten free: solo per celiaci aspiranti suicidi. La pasta di riso, l’insalata di mais, la sfoglia fatta con farina di riso NO. Un morso ed è subito diabete.
– le bruschette con le salse: significa A) rimpinzarsi di pane B) rimpinzarsi di olii vegetali di scarsissima qualità. O pensate che ci mettano l’evo con spremitura a freddo?
– i rustici: hanno l’ombra di una cosa rossiccia che è o pasta di tonno (95 per cento amido di patate, il cinque per cento di tonno) o wurstel (ancora non ho capito bene di cosa sia fatto, certo non è carne), e una pasta sfoglia che ha fatto l’amore con la peggiore delle margarine.
– il finger food nei bicchierini: sono cremine con amido, panna, un mucchio di sale.
– fritture: crocchette, panzerottini, involtini primavera, olive ascolane. La fiera del sale, dell’olio di palma rancido, dei grassi idrogenati, del cibo finto.
– pizzette e tartine: l’indice glicemico è altissimo, i carboidrati così raffinati che brillano, ogni pizzetta ha in massa di pasta di pane il peso specifico di una napoletana. Una donna, però, non un gusto di pizza. Ed è obesa.
Come salvarsi? Puntate al cibo, quello vero: mi vanno bene persino i salumi, di sicuro la frutta secca come le arachidi, ma preferite le verdure meno condite, le insalate di legumi o cereali, i crostacei o molluschi, il salmone affumicato. E lasciate perdere quei maledetti grissini!