Last Updated on 24 Maggio 2018 by Eleonora Bolsi
Di recente in un’intervista su Runradio abbiamo parlato di come è nata la dieta mediterranea, e del lavoro del fisiologo Ancel Keys, che per primo ipotizzò che i Paesi del bacino mediterraneo avevano una dieta migliore sia di quella americana che di quella del nord europa: fu lui a teorizzare che l’alimentazione mediterranea, con il suo consumo di cereali integrali, legumi, frutta e verdura, il suo uso coscienzioso dell’olio di oliva e oculato invece di dolci, carni rosse e grassi in eccesso, fosse correlato a una minore incidenza di malattie cardiovascolari e a un rischio minore di demenza senile.
Di Ancel Keys ho letto molto, e per esempio pochi sanno che il dr Keys, che visse ben 28 anni a Pioppi, morì a cento anni, e che sua moglie, Margaret Haney, visse per circa 97 anni. Nell’intervista (ne facciamo una ogni martedì mattina) ho tuttavia accennato al fatto che in Italia si mangia meno mediterraneo di quanto si pensi e che spesso per gli studi sui benefici della dieta mediterranea si prende a campione Creta.
Pare infatti che rispetto agli italiani, i cretesi conservino ancora un’alimentazione semplice e molto vicina a quella dei loro nonni. E una nuova ricerca pare confermare i dati che già conoscevo.
Sì, perché noi italiani stiamo abbandonando sempre più la dieta mediterranea. Tranquilli, non siamo i soli.
Secondo la World Health Organization, infatti, nei Paesi che prima erano un baluardo della dieta mediterranea come Italia, Spagna e Grecia, si sta assistendo a un aumento preoccupante dell’obesità infantile. Su un campione di 250 mila bambini presi in esame in 38 Paesi, i più pesanti sono proprio i nostri. I bambini dell’area mediterranea.
I bambini infatti vengono educati meno a mangiare pesce e verdure, e sono più propensi a gusti vicini a quelli dei giovani americani: dolci e fast food stanno facendo danni anche da noi, per cui l’hamburger e le patatine fritte sono diventati lo sfizio da concedersi anche una o due volte la settimana; i prodotti industriali sono la base della nostra alimentazione così come di quella dei nostri figli. Nelle case troviamo infatti snack, gelati e biscotti confezionati, e quando si esce fuori scappa sempre la busta di patatine o il premio in cibo da fast food. Nelle scuole le macchinette invogliano all’acquisto di barrette, pacchetti di dolci o patatine. Al contrario, in Svezia i bambini consumano più pesce, verdura e frutta. In Francia, in Norvegia e in Irlanda il tasso di obesità infantile va dal 9 al 20 per cento. L’Inghilterra non ha fornito dati, ma sappiamo che da loro l’emergenza è ancora più grave.
Commentando i dati, il dottor Joao Breda del WHO non usa mezzi termini: la dieta mediterranea, dice, è spacciata, in pratica non esiste più. I genitori possono e devono fare qualcosa per educare i figli a uno stile di vita sano, facendo trovare loro ingredienti semplici e freschi a casa e spingendoli a fare attività.