Last Updated on 15 Ottobre 2019 by Eleonora Bolsi
Oggi vi parlo dell’intuitive eating, spiegandovi in sostanza cosa è e cosa non è grazie all’opinione di alcuni esperti. I
n questo articolo infatti raccoglierò i pareri della dietologa Evelyn Tribole e della nutrizionista Elyse Resch, che hanno scritto un libro a quattro mani su questo argomento. Della esperta certificata di benessere e salute Isabel Foxen Duke, una delle voci migliori che io conosca sui disturbi del comportamento alimentare. E infine vi consiglierò un libro in italiano per capire come funziona l’intuitive eating.
INTUITIVE EATING: COS’E’?
Innanzitutto cosa è l’intuitive eating? Non è una dieta né un regime alimentare con regole particolari a parte il mangiare quando si vuole e come si vuole, seguendo l’istinto e la naturalezza esattamente come ci accade in altre situazioni, e non delle regole che ci fanno perdere un rapporto sano e istintivo con il cibo.
Che cosa accade infatti quando siamo a dieta o quando siamo schiavi di una mentalità da dieta?
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Consideriamo il cibo solo sotto forma di calorie, macro e micronutrienti.
Noi però mangiamo cibo, non quello che rappresenta. Nel momento in cui ci sentiamo in dovere di mangiare alcuni cibi e non altri per le loro proprietà, stiamo seguendo un’etica del cibo. Consideriamo il cibo come utile o inutile, buono o dannoso.
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Il corpo smette di autoregolarsi nella fame e nella sazietà.
Si sbilancia il rapporto tra leptina (ormone della sazietà) e grelina (ormone della fame), che nel corso della giornata non vengono più prodotte nella stessa maniera. Il corpo perde affinità nella gestione di questi due ormoni: nonostante si pensi che sia possibile aumentare la leptina (ormone della sazietà) non appena si riprende a mangiare normalmente, quello che viene meno è la sensibilità a questo ormone, una funzione che dovrebbe essere naturale per il corpo.
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Il risultato è.
Stress, rischio di disturbi alimentari, sensazione di fame incontrollata, binge-eating, peso ballerino con tendenza ad accumulare peso e a perderlo con sempre maggiore difficoltà, disordini metabolici, disordini ormonali, limitazione della propria vita sociale.
(SEGUE A PAGINA DUE)