Last Updated on 10 Marzo 2019 by Eleonora Bolsi
Si chiama Kyminasi diet: il nome è un acronimo dei figli del ricercatore che l’ha battezzata in questo modo, il dottor Fulvio Balmelli, ricercatore svizzero che da venti anni si occupa di fare ricerche che collegano le intolleranze alimentari a delle carenze di sali minerali e vitamine.
Secondo quanto affermano il dottor Balmelli e la equipe del Biomedic Clinic Center di Villa Guardia (Como) diretta dal dottor Roberto Cestari, la Kyminasi diet permette di stimolare il metabolismo, inducendolo a un ricondizionamento attraverso due strade.
La prima è quella di una dieta che viene prescritta dopo aver fatto una serie di analisi al paziente (del sangue e delle urine), in generale un soggetto in sovrappeso, con almeno 10 kg da smaltire (e fino a 45 kg). In sostanza, la dieta è a fasi: da una prima fase chetogenica, in cui i carboidrati concessi sono solo quelli delle verdure, e per il resto si mangiano proteine magre e una bassa percentuale di grassi, fino a un’ultima fase dove vengono reintrodotti tutti gli alimenti, di modo tale che il paziente possa però assimilarli e digerirli correttamente. Chiaramente, la prima fase è quella che assicura la maggior perdita di peso: circa 10 chili, che si perderebbero addirittura nei maggiori punti di interesse come pancia o gambe.
La seconda è quella di una metodologia di biorisonanza, che sfrutterebbe le frequenze elettromagnetiche del corpo per indurlo a bruciare i grassi in eccesso anziché convertire il cibo in grasso.
La biorisonanza si ottiene attraverso un dispositivo che viene posizionato sull’addome del paziente attraverso un cerotto, e che rilascia frequenze elettromagnetiche per mezzo di due diapason. Dunque la dieta e il dispositivo lavorerebbero in sinergia per far dimagrire il paziente.
Secondo i medici, sarebbe proprio questo dispositivo a far sì che il paziente perda peso velocemente senza effetti di pelle cadente.
Esistono due protocolli della Kyminasi diet: la dieta vera e propria per pazienti con grave sovrappeso e difficoltà a svolgere attività fisica. Questo protocollo dura sei mesi, e permette al paziente di perdere fino a 45 chili. Il protocollo breve o minidiet dura invece tre mesi e permette di perdere dai 6 ai 9 chili. (SEGUE A PAGINA DUE)