Che il calo di vendite registrato in tutto il settore li abbia fatti pensare? Sta di fatto che i signori dell’azienda Pepsi da oggi cambiando dolcificante nella versione light della celebre bevanda, diretta concorrente della Coca-cola. No all’aspartame, giudicato (ma la cosa non è scientificamente provata, ci sono degli studi che hanno semplicemente stabilito una correlazione) un dolcificante pericoloso per la salute e sì a edulcoranti più sicuri per la salute.
Quindi la Pepsi light ora sarà più sicura? Ecco, il problema è questo. No. Anche se la Pepsi rinuncia all’aspartame, la Pepsi light così come la Coca cola light e le altre bevande light hanno una cosa tremenda in comune: sono light. L’utilizzo dell’edulcorante a zero calorie, di qualsiasi natura, è stato legato al rischio di sindrome metabolica (ovvero di sovrappeso, diabete e via dicendo). Il corpo infatti rilascia insulina su risposta del sapore dolce registrato dal cervello. La rilascia a vuoto, visto che non assumiamo zucchero con la bevanda, ma la rilascia. E il problema è che se alla reazione del sapore dolce (ovvero il rilascio di insulina) non corrisponde un effetto del dolce (ovvero una risposta della glicemia per gli zuccheri), l’inganno (una bevanda che è dolce ma non dà zucchero al corpo) sembra avere una conseguenza sulla regolazione dell’ipotalamo come centro dell’appetito. Le persone che fanno uso di bevande light tendono ad avere per esempio più fame di dolci e questa potrebbe essere la conseguenza di un corpo “ingannato” dal finto sapore dolce dell’edulcorante.
Inoltre, è proprio la bevanda al sapore X e Y frizzante, in inglese soda, a poter dare problemi di sovrappeso nel consumatore abituale.
Insomma, se andiamo a guardare bene il cambiamento, che sia aspartame o qualsiasi altro tipo di dolcificante, il problema sta a monte: nel prodotto.
Che va evitato se vogliamo dimagrire.