Last Updated on 12 Settembre 2014 by Eleonora Bolsi
Mi ha fatto riflettere un articolo che parla della Fashion Week, per intenderci la Settimana della Moda, come quella che si tiene a Milano: l’autrice dell’articolo, Sara Ziff, splendida modella nonché codirettore della Model Alliance, riflette sul fatto che quando guardiamo le modelle e le invidiamo, non ci riferiamo a tutte le modelle, né alla maggior parte delle modelle. Che invece sono letteralmente carne da macello, ragazze pallide ed emaciate, che con vestiti lunghi e larghi sembrano elegantissime, con un trucco sapiente che io su di me non so fare sono delle regine, le dive della passerella, ma che nella vita di tutti i giorni sono costrette a essere non filiformi, ma denutrite, senza muscoli, solo pelle flaccida e ossa. O così o non lavorano.
Pensate che stia esagerando? Ebbene, contro la marca Gap si sono scatenati i commenti furiosi su Twitter, perché la modella della campagna era troppo scheletrica. All’ultima settimana della moda australiana, le decine di modelle che hanno sfilato in passerella avevano una magrezza scioccante secondo il pubblico che assisteva alle sfilate.
Mentre le supermodelle possono negoziare con le case di moda grazie alle agenzie (sono quei casi che ci sembrano attraenti: in realtà sono pochissime), e pretendere trattamenti migliori, le modelle invisibili, a schiere, che riempiono i giornali e le passerelle sono costrette a pesare cinquanta chili per un’altezza di un metro e ottanta: e fanno proseliti sui social network. Ma, nella realtà di tutti i giorni, sono ragazze costrette a una dieta perenne, e mentre noi ci arrovelliamo per capire quanti carboidrati e proteine mangiare, loro piluccano due morsi di frutta in tutta la giornata per poter lavorare. Allora vi riformulo la domanda: ma chi le invidia le modelle?