Last Updated on 10 Novembre 2016 by Eleonora Bolsi
Oggi vi parlo di un argomento che mi sta molto a cuore, avendo sofferto per molti anni di disturbi del comportamento alimentare: ovvero l’identificazione che facciamo nella nostra vita di alimenti da evitare e alimenti da prediligere invece nella nostra dieta.
Come scrive qui Alan Aragon, gli alimenti da evitare possono essere diversi per tutti: un vegano considererà alimenti da evitare quelli animali, un paleo i cereali o legumi.
Mettiamo per esempio il caso però che gli alimenti da evitare coincidano con gli alimenti che fanno ingrassare, e non che facciano male di per sé. Io stessa sull’argomento “cibi che fanno ingrassare” avrò scritto qualcosa come sei o sette articoli, per esempio sottolineando che alcune scelte che noi facciamo per evitare certi cibi (per esempio le gallette di riso al posto del pane bianco) non migliorano di fatto la nostra alimentazione. Chiaro, no? Pensiamo che la caprese sia più leggera di un piatto di spaghetti al pomodoro e invece no.
Pensiamo che cucinare i dolci con l’olio di oliva fa bene perché il burro fa male, e invece no.
Possiamo ovviamente scegliere cibi più calorici di altri che però hanno un effetto diverso quando li ingeriamo: una tagliata caloricamente parlando è un piatto robusto, ma è assurdo confrontarla con la pizza. Non possiamo scegliere i cibi solo in base alle calorie, e di questo bisogna anche tenerne conto.
Ma c’è di più. Esistono dei casi in cui individuare degli alimenti da evitare va a scapito della nostra salute.
Sì, avete capito bene. A volte è meglio ricordarsi della vecchia regola del mangiare di tutto un po’, ovvero di fare un’alimentazione varia ma moderandosi a tavola, piuttosto che cercare nemici nel cibo.
E in particolare, pensare la nostra dieta secondo cibi sì e cibi no, può essere stressante se già crediamo di avere problemi nel nostro rapporto con il cibo. In questo caso ogni preferenza è da evitare, soprattutto se ci accorgiamo che ci genera ansia.
E anche per un altro motivo: quando ci sembra di mangiare qualcosa che non va, qualcosa che è uno sfizio, dobbiamo sempre ricordarci che è la nostra mente a identificarlo come tale, non il nostro corpo. Il corpo infatti ragiona secondo processi chimici, non di colpa o di virtù.
Il corpo non ci batte le mani se preferiamo l’olio al burro, così come non ci mette il muso se un giorno al posto della pasta mangiamo un gelato.
Sia chiaro: con questo non sto dicendo che dobbiamo cucinare tutto con il burro, o mangiare gelato tutti i giorni.
Sto solo dicendo che il corpo ragiona per macro e micronutrienti.
Se ci piacciono le gallette di riso, non trovo ragioni per consigliarvi di non mangiarle.
Se usiamo le gallette di riso perché più salutari al posto di pane o patate, siamo in errore. Possiamo mollare le gallette e permetterci pane e patate, se desideriamo pane e patate. Il corpo vede quelle tre opzioni come fonti di carbo complessi, e si preoccupa di scinderli in glucidi semplici. Ecco cosa fa.
Molto spesso le nostre paranoie ci spingono a pensare che appena mangiamo il cibo no, il cibo che crediamo sia cattivo, il corpo possa ribellarsi e ingrassare. Questa cosa è una nostra percezione.
Non sto dicendo che un celiaco debba mangiare glutine, né, ripeto, sto dicendo che mille calorie di cheeseburger equivalgano a mille calorie di chianina con verdure e una fetta di pane integrale: la qualità del cibo conta, ma conta sempre in un’ottica di media giornaliera e settimanale, non del singolo alimento. Se insomma di norma la nostra alimentazione è sana, un cioccolatino non ci farà niente.
Se teniamo grossomodo sotto controllo le calorie, non abbiamo ancora di più motivo per preoccuparci.