Last Updated on 21 Marzo 2015 by Eleonora Bolsi
Ho spesso parlato della dieta Nordica o dieta vichinga ancora prima che scoppiasse la mania, ovvero quando uscì il famoso Manifesto della Dieta Nordica,e i primi giornali ne parlarono all’inizio del 2014. A fine 2o14, una giornalista americana ha scritto un lungo articolo su Vogue (questo) in cui ha raccontato come ha perso i suoi chili di troppo in due sole settimane mangiando secondo il trend della dieta Vichinga. Ho deciso quindi di scriverne anche io, anche perché a differenza della dieta Paleo, la dieta Nordica o Vichinga è sostenibile nel lungo termine ed è davvero sana, tanto che si pensa che scalzerà il primato della dieta Mediterranea per i suoi benefici. In realtà, come vedrete di seguito, la dieta Mediterranea e la dieta Nordica hanno moltissimo in comune.
Prima di tutto, da dove nasce la dieta Nordica o Vichinga? Questa dieta rappresenta lo stile di vita alimentare tradizionale delle popolazioni nordeuropee, ma un primo tentativo di “standardizzazione” è stato messo a punto nel 2004. All’epoca un gruppo di chef pluristellati, capeggiati da uno dei ristoranti più esclusivi al mondo, il Noma, mise a punto il “Manifesto for the New Nordic Kitchen”: il tentativo era di differenziarsi da ogni moda alimentare occidentale, anche se gourmet, puntando sulla semplicità e freschezza dei prodotti locali. Una sorta di rivoluzione alimentare “glocal” e basata sul “vero cibo”.
Ma torniamo alla dieta Nordica. La dieta Nordica piacerà a molti di voi, in particolare a tutti coloro che, come me, apprezzano la teoria del vero cibo, ovvero di un’alimentazione (il più possibile e senza ansie) naturale e salutare, lontana dai prodotti edulcorati, lavorati e raffinati dell’industria alimentare.
La dieta Nordica privilegia gli alimenti tipici dei paesi nordeuropei. Vediamo quali sono i cibi sì e i cibi no.
Possiamo mangiare alcuni cibi a sazietà, altri a prozione.
DIETA NORDICA: CIBI Sì
Pesce: in particolare salmone, aringhe, sgombro, sardine e sarde, crostacei, ma anche merluzzo, baccalà, tonno. Puntare sul pescato fresco e non di allevamento.
Carne: carni rosse più che bianche, e selvaggina o agnello. Evitare le carni e il pollame da allevamento intensivo.
Uova: sì, ma biologiche e coltivate a terra.
Pane integrale (con semi oleosi e cereali: pane di segale e pane di orzo o pane nero i migliori), cereali integrali (orzo, segale, avena, riso integrale in particolare), patate (da preferire e alternare ai cereali integrali), legumi, frutta e verdura di stagione, burro, olio di oliva o di canola. Molte erbe aromatiche.
Formaggi: sì, ma grassi, come il cheddar, e tra i più magri lo yogurt è in testa, da mangiare quotidianamente e preferibilmente intero. Via libera anche a panna e panna acida.
Zuccheri; zuccheri naturali tipo miele, sciroppo di acero, malto d’orzo, sono da prediligere.
DIETA NORDICA: CIBI NO
Tutti i cibi di allevamento, i prodotti della soia, i cibi industrali e lavorati, i prodotti raffinati o “bianchi”, i succhi di frutta con zuccheri aggiunti (ok succo di mela, pompelmo e arancia non zuccherati), zucchero bianco e cereali da colazione zuccherini.
Da mangiare in quantità: verdura, frutta, legumi, patate.
Da mangiare a porzione: una porzione di carne o pesce o formaggi o uova a pasto (carne e pesce più o meno grandi come un pugno). Il pasto dev’essere bilanciato.
A pranzo riso integrale con salmone e spinaci al vapore; a cena formaggio alla griglia con asparagi e insalata di patate o due fette di pane di orzo.
La colazione in genere è salata: uova, bacon, pane di segale, formaggi, yogurt e persino patè di fegato con salsa di frutti di bosco; ma ottime alternative sono colazioni dolci a base di muffin o biscotti fatti in casa con farine integrali, pane di orzo con miele e burro, una ciotola di porridge con mirtilli e yogurt.
Vino? Vino, birra e sidro con moderazione: un bicchiere al giorno.