donna con deambulatore

Malattie neurodegenerative e intestino

Last Updated on 10 Gennaio 2025 by Eleonora Bolsi

In questo articolo, affrontiamo il legame tra malattie neurodegenerative e intestino.

Malattie neurodegenerative e le due strade della ricerca

Le malattie neurodegenerative sono tra quelle malattie che non lasciano molte possibilità di cura, se non nessuna. In particolare, mi riferisco a malattie come la SLA o malattia neurodegenerativa progressiva del motoneurone, che porta alla progressiva paralisi, all’Alzheimer e al Parkinson, alla Sclerosi Multipla.

A livello medico, quello che abbiamo sono dei farmaci per rallentare o ridurre la manifestazione di alcuni sintomi per ridurre il dolore cronico, ma niente che arresti la progressione della malattia.

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Gli sforzi della ricerca convergono verso due linee direttrici.

  1. Da un lato, si dovrà vedere nei prossimi anni se l’editing genetico possa portare, a chi ha dei marcatori genetici o una familiarità, a “silenziare” quella parte del DNA responsabile della malattia. Ma questo ovviamente è un discorso che si può fare laddove si individuino e si possano isolare dei parametri genetici, per esempio nel caso del gene Apoe4 per l’Alzheimer.
  2. Dall’altro, nell’individuazione precoce di quelle caratteristiche che sono predittive della malattia. Una di queste è il fattore intestinale.

In questo articolo vedremo, seguendo la seconda direttrice di ricerca, le nuove scoperte sul legame tra malattie neurodegenerative e intestino.

Nuove rivelazioni sul legame tra malattie neurodegenerative e intestino

Non solo SLA, quindi. Le nuove ricerche sul microbiota, ovvero l’ambiente batterico intestinale, riguardano anche l’Alzheimer, la sclerosi multipla e il Parkinson.

Tanto ho scritto anche su Dcomedieta sulle scoperte del famoso asse intestino-cervello, ma non solo. Ho anche parlato spesso del legame tra intestino e salute immunitaria, oltre che tra intestino e peso corporeo. Dei batteri intestinali, ma anche dei funghi, che invece costituiscono il micobiota, ne sappiamo ancora relativamente poco.

In una recente intervista che se volete potete leggere qui ma che vi riassumo adesso, Gabriele Prinzi, specialista in chirurgia addominale, spiega le ultime scoperte del legame tra SLA e intestino e malattie neurodegenerative in generale e batteri intestinali.

Secondo il medico, la permeabilità dell’intestino, ovvero la condizione per cui alcuni batteri intestinali superano la barriera intestinale, causando infiammazione, può essere la chiave per capire come il sistema nervoso si infiammi e porti allo sviluppo delle malattie neurodegenerative. Su SLA, Parkinson e Alzheimer per esempio si è raccolta un’ampia percentuale di studi che rivela come chi ne soffre abbia anche alterazioni importanti a livello intestinale.

Disturbi intestinali: una spia delle malattie neurodegenerative?

Un caso, spiega il dottor Prinzi, sono proprio i dati che ci ha lasciato il dottor Parkinson. I suoi pazienti soffrivano spesso di costipazione persistente, il che significa però che i batteri che vengono in genere eliminati con le feci rimangono nell’intestino per poi risalire. Un altro esempio è quello della sindrome dell’intestino irritabile, che come scrivo qui non è una sola. Rinforzare e migliorare la salute intestinale può essere un modo per evitare infiammazioni croniche.

Per esempio:

  • limitando i prodotti industriali nelle nostre dispense,
  • facendo un’attività fisica regolare,
  • lavorando su oligoelementi, amminoacidi, vitamine e sali minerali attraverso un’integrazione mirata,
  • riducendo i farmaci.

Su tutto, evitiamo di sottovalutare i piccoli campanelli di allarme, come nel caso di gonfiore di stomaco, dell’irregolarità intestinale, eccetera.