Last Updated on 10 Marzo 2019 by Eleonora Bolsi
Il digiuno intermittente, pratica molto popolare negli ultimi anni, potrebbe aumentare il rischio di accumulo di grasso sulla pancia e peggiorare i valori della glicemia, fino al pericolo di insulino resistenza diabete di tipo 2. Uno studio condotto sui topi getterebbe una luca inquietante sui benefici del digiuno intermittente: come ho già scritto in passato, infatti, il digiuno intermittente non fa dimagrire per sé, fa dimagrire solo se è un modo per mangiare di meno. E non risulta efficace per tutti: chi tende già a essere stressato non dovrebbe provare a seguire una dieta basata sul digiuno intermittente. I ricercatori dell’Università di san Paolo in Brasile, con a capo la dottoressa Ana Bonassa, avrebbero fatto fare a un gruppo di topi (30 ratti femmina adulti) la dieta del digiuno intermittente per tre mesi di fila, per poi valutare i cambiamenti negli esami ematici, nella composizione corporea (ovvero la distribuzione di grasso), nel peso e in alcuni parametri specifici, come la composizione delle cellule del pancreas.
Nonostante l’esperimento sia stato fatto su un campione di topi adulti, l’accuratezza dello studio non è da sottovalutare: innanzitutto perché i ricercatori non hanno solo considerato la variazione del peso corporeo, ma il cambiamento a livello della distribuzione del grasso e della dimensione dello stomaco. Inoltre perché hanno analizzato cosa accade a livello cellulare, studiando il pancreas dei topi dopo tre mesi di digiuno intermittente e fornendo delle ipotesi che già erano state ventilate in precedenti studi a spiegazione di quello che hanno riscontrato. Dopo tre mesi di digiuno intermittente infatti i topi avrebbero perso peso: il risultato della perdita di peso sarebbe dovuta al fatto che avrebbero mangiato di meno, contando su meno ore di alimentazione. Tuttavia il grasso addominale sarebbe aumentato, lo stomaco si sarebbe “espanso” e non solo: l’attività del pancreas sarebbe peggiorata, traducendosi in un danno nelle cellule che producono l’insulina. Al tempo stesso, i radicali liberi e lo stress ossidativo sarebbero aumentati, riducendo la massa magra.
Quindi si può pensare che il dimagrimento sia stato a danno della sola massa magra, e che chi segue il digiuno intermittente possa avere un metabolismo rallentato a causa del danno da stress ossidativo.
L’ipotesi dei ricercatori infatti è che il digiuno intermittente sia percepito dal corpo come una fonte di stress, e questo scatenerebbe un aumento dei radicali liberi, che a lungo termine andrebbero a danneggiare la respirazione delle cellule, aumentando il rischio non solo di insulino resistenza e diabete, ma di altri problemi anche gravi di salute. Lo studio, presentato all’European Society of Endocrinology annual meeting di Barcellona, si può leggere qui.