Last Updated on 18 Ottobre 2015 by Eleonora Bolsi
Chiarisco subito il significato del titolo, prima che qualcuno osservi che siamo tutti dipendenti dal cibo: mangiare infatti è necessario alla nostra sopravvivenza e su questo non ci piove. Ma non voglio parlare di chi normalmente mangia per vivere, cioè di ogni essere vivente, ma di chi al contrario (e un po’ meno normalmente) vive per mangiare. E non mi sto neanche riferendo a gourmet, critici gastronomici, o persone che lavorano nell’ambito della ristorazione. Mi riferisco, ahimè, a tutte le persone che si sentono ossessionate dal cibo, a tutti quelli che soffrono di fame nervosa e di attacchi di fame improvvisa, e adottano comportamenti che rientrano nella loro routine e rovinano loro la vita senza che se ne rendano conto.
Perché ve ne parlo e perché alcune persone sviluppano questa dipendenza da cibo?
Ebbene: se soffrite di attacchi di fame, fame nervosa e avete l’impressione di avere una fame continua, mostruosa, per cui le altre persone si sanno mantenere e voi non ce la fate (e per questo ovviamente vi sentite diversi, strani, anormali, condannati alla fame perpetua per mantenere il peso forma o a diventare obesi se cederete), ebbene, vi rassicuro. Non solo non siete diversi o anormali, ma non siete né condannati alla fame perpetua per mantenervi magri né diventerete grassi ad libitum perché avete voglia di mangiare a ogni ora. Questa dipendenza da cibo può infatti essere una spia del metabolismo lento o di una dieta sbagliata.
Secondo un celebre esperimento americano, il Minnesota Starvation Experiment, chi era sottoposto a una dieta restrittiva iniziava a sviluppare un interesse smisurato nei confronti del cibo, oltre che una fame mostruosa. Le persone che fecero quell’esperimento furono sottoposte a una dieta ipocalorica per verificare gli effetti della limitazione calorica sulla salute: fu un esperimento di portata mondiale, di cui da noi non si conosce molto. Gli effetto da restrizione alimentare furono eterogenei, inaspettati secondo i medici. I volontari iniziarono a pensare al cibo praticamente sempre. Questa cosa che sembra puramente psicologica è in realtà una delle armi che il corpo ha a disposizione per spingerci a mangiare: il pensiero costante del cibo è un segnale da non sottovalutare. Significa che ci sottoponiamo spesso a diete dimagranti, che abbiamo un rapporto difficile con il cibo, fatto di privazioni e sensi di colpa; che pensiamo al cibo con un atteggiamento del tipo questo mi fa ingrassare/questo è ok; che ci precludiamo normalmente un sacco di alimenti, il che ci porta a sgarrare più di frequente, a essere molto più golosi di quanto eravamo un tempo. I segnali di dipendenza da cibo non solo altro che pensieri ricorrenti che capitano in chi mangia male, è a dieta e deve tornare a mangiare in modo bilanciato, abbondante, nutriente. (seguimi a pagina due)