Ebbene sì, lo ha detto veramente. In una puntata dedicata alla Grecia del celebre show “Gino, Gordon and Fred“, in cui visita i vari Paesi assieme agli chef Gino D’Acampo e il maitre Fred Sirieix, il celebre chef britannico Gordon Ramsay ha detto che la cucina greca è migliore di quella italiana.
Prima di essere scandalizzati da questa frase, cerchiamo di capire quale potesse essere il punto di vista del celebre Ramsay. Di base, paragonare due cucine in questo modo così netto, non ha infatti minimamente senso.
Sono entrambe cucine dalla lunga tradizione, che hanno in comune il fatto di essere etichettate come “mediterranee”.
Ma è indubbio che, se Ramsay ha detto così, non lo abbia fatto come provocazione, ma perché lo pensa davvero.
Detto da uno chef di fama internazionale, a noi italiani la cosa brucia parecchio.
Cerchiamo però di darci una calmata e pensare ai motivi per cui una cosa del genere possa avere un senso.
RAMSAY, LA CUCINA GRECA E’ MIGLIORE DI QUELLA ITALIANA?
I punti a favore della cucina greca
Noi italiani possiamo dire di amare la Grecia e di sceglierla molto spesso come meta turistica. Sicuramente, ne apprezziamo anche il cibo, parlando in generale.
Tuttavia, quando si parla di cucina greca, la nostra conoscenza si ferma la maggior parte delle volte a pochi piatti. Possiamo citare la moussaka o il souvlaki, magari, ma vi sfido a elencare senza guardare su internet almeno dieci piatti greci.
In realtà, la cucina greca è molto varia, a seconda dei posti in cui andiamo.
Ma, tranne per alcuni piatti calorici come il pastitsio, simile a una pasta al forno, la suddetta moussaka e qualche torta salata, la cucina greca ha di base un ingrediente che nella cucina italiana tendiamo a sacrificare volentieri.
La semplicità.
E semplicità va spesso a braccetto con salute.
1.Semplicità e tradizione
Non è un caso che, come scrivevo in questo articolo già anni fa, la cucina greca è usata negli studi scientifici come “prototipo” della dieta mediterranea per eccellenza. Avete presente tutti gli studi che in questi ultimi dieci, quindici anni, hanno omaggiato la dieta mediterranea come la migliore del mondo?
Ecco, il modello usato è la cucina greca.
Noi, forse, non ce ne siamo accorti.
Ma il succo è il seguente:
- Solo olio di oliva extravergine in cucina, cotture essenziali con particolare predilezione per cibi in padella o alla griglia, fritture ridotte, grande uso di ortaggi freschi, latticini freschi e magri e pochissimi dolci nel menu.
- Uso ridotto di pasta, dato che un primo piatto come il nostro non c’è nella cucina greca, che di base prevede antipasti e un piatto unico.
- I latticini non sono solo di mucca ma c’è largo uso di latte di capra e pecora.
- A seconda del luogo, possiamo trovare largo uso di crostacei, pesce fresco o carni come la capra o l’agnello.
Esiste anche una cucina greca moderna, ovviamente, di solito sottovalutata, ma il punto è che i greci rispetto a noi non si sono distaccati molto da una concezione della dieta legata a un mondo agricolo.
E questo mondo agricolo noi ce lo siamo un po’ dimenticati.
Gli scienziati no.
Se Ancel Keys fosse ancora vivo, la penserebbe esattamente come Ramsay.
Che infatti ha fatto una premessa importante: ai Greci non interessano le altre cucine, tengono al loro cibo, difendono i loro ingredienti. Quando poi dice, la cucina greca è la migliore, Ramsay intende questo. Non intende la cucina degli chef, intende quello che si porta a tavola ogni giorno.
2.Salubrità
In cosa è infatti cambiata la cucina italiana?
Mangiamo quasi esclusivamente carne vaccina o di maiale o di pollo, non guardiamo l’origine, cuciniamo con olii di semi, friggiamo in olii che i nostri bisnonni in cucina non avevano, né conoscevano.
Ci lasciamo influenzare notevolmente dalle mode alimentari, dai prodotti già pronti, dai cibi confezionati.
Ci lusingano quei programmi in cui un nutrizionista ci ricorda la salubrità della pasta e legumi, ma noi la preferiamo con un po’ di guanciale o pancetta.
E preferiamo invece quei programmi in cui uno chef ci propone una bella torta salata con la pasta sfoglia.
Mentre in Grecia usano spesso la fillo, che è tutt’altra cosa a livello salutare.
Sappiamo che esiste un pesce povero, ma se facessimo una breve intervista tra le persone che comprano pesce, nessuno menzionerebbe il sugarello, ma il pangasio lo conoscono tutti.
Come il tonno, rigorosamente in scatola.
In Grecia no. Sono meno globalizzati di noi, preferiscono una cucina più semplice che riflette il loro territorio.
Nel nostro Paese, abbiamo una tradizione culinaria che è spaccata sia in Nord e Sud che nelle singolarità regionali.
Questo è sicuramente un nostro punto di forza, ma che difendiamo poco tranne che in alcune occasioni e che diventa un’eredità difficile da trasmettere e molto facile da dimenticare.
CONCLUSIONI?
L’Italia è un Paese molto sottovalutato, ma molto ricco.
Eppure noi siamo i primi a non valorizzarlo, perché siamo i primi a dimenticarci del territorio e a cercare di essere moderni.
Inutile elencarvi i punti a favore della cucina italiana: abbiamo la varietà, la versatilità di una nazione con tante storie diverse, e siamo innanzitutto amanti del cibo e della cucina.
Siamo il Paese con più varietà di olio al mondo, con una grandissima varietà di formaggi, maestri pasticceri e via dicendo: ma cosa compriamo noi al supermercato?
Ricordatevi che Ramsay parlava della cucina di tutti i giorni.
Se noi per primi non conosciamo la nostra ricchezza, perché non la portiamo a tavola e facciamo scelte opposte alla tradizione mediterranea, non possiamo meravigliarci del cambiamento della nostra dieta e del fatto che non sia più quella di una volta.
E non possiamo meravigliarci neanche del fatto che uno chef che confonde le lasagne con la lasagnetta riccia e fa la carbonara con aglio, funghi, panna e piselli, o ancora, nella versione che lui intende per migliore, con tuorlo, bacon e pepe, liquidi la questione in questi termini.