Last Updated on 9 Ottobre 2024 by Eleonora Bolsi
Cosa è un errore qualitativo? Io ne ho parlato spessissimo nei miei articoli nel corso degli anni, ma non ho mai usato questo termine. Errore qualitativo è infatti un termine che ho sentito usare per la prima volta dal dietologo dottor Amenta, dello Studio di Dietologia Dr. Amenta e Dott.ssa Cascio di Palermo.
Piuttosto di recente, il dottor Amenta è approdato, in qualità di dietologo, sui social, e fa dei video molto interessanti su TikTok, nonostante le critiche che ha purtroppo dovuto subire nell’ambito del fat-shaming, dato che il medico e dietologo è affetto da obesità. E proprio per questo, ha raccontato, sa perfettamente quali sono le difficoltà che i suoi pazienti possono trovare durante il percorso dietetico. Una di queste difficoltà è appunto l’errore qualitativo.
Vediamo insieme di che si tratta.
Errore qualitativo nella dieta: che cos’è?
Gli errori nelle diete, che poi sono i principali motivi per cui una dieta non funziona, sono assimilabili agli sgarri.
Quelli quantitativi, ci portano per esempio a sottovalutare il peso o la quantità di un determinato alimento, e di conseguenza a mangiarne di più di quanto prescritto nella dieta. Tipico esempio è la mozzarella.
Molte persone non sanno che un etto di mozzarella è un quantitativo davvero piccolo, e per 100 grammi ha 250/260 calorie. In genere una mozzarella piccola va sui 150 grammi. Motivo per cui non è una scelta consigliabile se si sta a dieta, preferendo un formaggio più magro, come il primosale, o al limite una mozzarella light che ha dalle 80 alle 100 calorie in meno.
Un altro errore quantitativo è la pizza.
Avere la pizza margherita il sabato senza altre indicazioni può essere una trappola, perché tutto dipende dalla tipologia di pizza. Una napoletana pesa di più di una pizza normale, che a sua volta pesa di più della cosiddetta pizza sottile o romana. Tra la napoletana e la romana esistono 150 grammi di differenza solo per la pasta da pizza. E al tempo stesso, bisogna fare attenzione ai condimenti.
Vediamo adesso l’errore qualitativo.
Si tratta di un errore di approssimazione di calorie per eccesso o difetto che riguardano la qualità o la tipologia di alimento. Il dottor Amenta ha giustamente fatto l’esempio della trippa. La trippa è un alimento che io consumo, come altre frattaglie. Innanzitutto per una scelta sostenibile: viene comprata di meno rispetto ai tagli del muscolo e se ne può mangiare di meno, perché ha molti più nutrienti, soprattutto micronutrienti che sarebbe difficile trovare in altri tipi di alimenti. Per esempio la vitamina K. Tuttavia, chi pensa alla trippa pensa al grasso del maiale: cosa non vera, dato che sono le pareti dello stomaco o comunque le parti dell’apparato digerente, non solo del maiale. Non ha grasso, anzi, è un taglio molto magro, forse uno dei più magri di un animale. Inoltre, non “pesa” molto, e quindi ha il vantaggio di essere voluminosa.
Un altro errore lo troviamo sempre nella pizza: si dice che la marinara abbia meno calorie di una margherita, non avendo appunto la mozzarella. Ma bisogna fare attenzione al quantitativo di olio, che in genere è maggiore.
Errore qualitativo nella dieta: perché è importante?
L’errore qualitativo nelle diete è importante perché ci porta a fidarci del sentito dire sugli alimenti, senza verificare che le cose stiano veramente così. Allo stesso modo per cui è meglio non fidarsi delle misurazioni a occhio (errore quantitativo), l’errore qualitativo rischia di farci preferire alimenti per proprietà inesistenti (un piatto di maccheroni integrali non ha un indice glicemico più basso di un piatto di spaghetti al dente, a parità di peso) o perché sembrano più magri di altri. In entrambi i casi questi errori si risolvono controllando cosa e quanto mangiamo. Ovvero possiamo andare su dietabit per conoscere le calorie degli alimenti e pesarli sempre se siamo a dieta.
Scopriremo così cose nuove sul cibo che possono aiutarci a seguire il menu dietetico senza intoppi.