Last Updated on 13 Aprile 2017 by Eleonora Bolsi
Se contare le calorie fosse l’unica strategia da seguire, io ora peserei 30 chili. Non so se esiste una banca delle calorie risparmiate, ma se esistesse sarei ricca. Una delle cose che ho imparato, e che purtroppo scopri solo dopo aver letto tanto e aver sentito tutte le campane sulla nutrizione, è che il discorso sulle calorie è sicuramente il primo da tenere in conto per dimagrire o stare nel proprio peso, ma ahimè non è l’unica variabile da considerare.
Non c’è infatti alcuno studio che può provare con scientifica certezza che se io taglio 3500 o 4500 calorie dalla mia dieta settimanale possa perdere mezzo chilo di peso.
La perdita di peso è soggettiva e si parla di una tendenza: il corpo si oppone al deficit in molti modi, e anche il fabbisogno calorico individuale è una stima. C’è chi mangia per tremila calorie ed è un chiodo, chi mangia per mille e cinque ed è grasso. Alla base di questa differenza ce ne sono mille altre tra individuo e individuo: dalla capacità respiratoria delle cellule alla salute ormonale fino a quella intestinale, moltissime cose incidono sul nostro bilancio energetico e fanno sì che le calorie continuino a essere importanti, sì, ma non l’unica cosa di cui tenere conto.
Ci sono moltissime persone, e forse è accaduto anche a voi, che pur riducendo drasticamente le calorie giornaliere non perdono peso. Barano? Mentono a loro stesse? In genere si tende a pensare questo. Si tende a pensare che le persone sottostimino quanto mangiano.
Afferma Jonathan Bailor, nutrizionista che ha messo a punto il SANE method per perdere peso, e ha poi scritto un libro dal titolo “The calorie Myth”, che quando era istruttore di fitness ha seguito personalmente un gruppo di donne a cui ha imposto restrizione calorica e ginnastica. Una minima percentuale di loro è effettivamente dimagrita. Le altre no. Lo stesso Jonathan ha dichiarato che all’epoca seguiva una dieta da seimila calorie giornaliere per prendere peso in fretta. E mentre lui NON ingrassava con una dieta ipercalorica, le sue clienti non dimagrivano con una dieta ipocalorica.
Questo perché il nostro metabolismo è un sistema adattivo.
Cerca di regolarsi sulla base di quello che gli diamo.
Ma com’è possibile che molte persone perdono peso contando le calorie? Semplice. Il novanta per cento di loro sceglie, vista la restrizione calorica che rende impossibile mangiare certi cibi, di prediligere frutta e verdura per perdere peso, e proteine magre. Questo da un certo punto di vista migliora il loro profilo nutrizionale, visto che rispetto al loro modo di mangiare normale, introducono paradossalmente più nutrienti. Peccato che la restrizione calorica resta comunque una sofferenza per il nostro corpo. Il metabolismo rallenta. Il gioco della restrizione calorica non è sostenibile sul lungo termine, e peggio, dopo le prime volte non funziona più bene allo stesso modo.
Considerate anche che i primi studi sulle calorie sono a cavallo tra il 1825 e il secolo successivo. Le formule che vengono utilizzare per calcolare il nostro dispendio calorico giornaliero e il nostro metabolismo basale sono degli anni Cinquanta o precedenti. Con qualche revisione, d’accordo, ma siamo lì.
Nel frattempo abbiamo appunto scoperto come gli ormoni regolano il nostro peso corporeo, come il cervello, attraverso l’ipotalamo, regola il nostro peso corporeo e anche la termogenesi, come i processi digestivi e il fegato regolino il nostro peso corporeo.
Ma allora se contare le calorie non è efficace, cosa lo è?
Perché certa gente ingrassa e altra gente no? Più che fare un discorso solo “caloricentrico” noi dobbiamo focalizzarci anche sulla qualità del cibo che consumiamo.Ci alimentiamo per nutrirci, per appagarci, per stare bene.
Se ci lasciamo “guidare dalle calorie”, non riusciremo mai né ad ascoltare il nostro corpo né a fare una dieta varia, nel terrore di sgarrare. La spesa preferenziale di una persona che mangia ipocalorico è paradossalmente molto simile alla spesa di un obeso: entrambi i loro carrelli mancano di intere categorie di cibo.