Last Updated on 10 Novembre 2016 by Eleonora Bolsi
Negli ultimi tempi circolava uno studio che non ho riportato su questo blog, come capita alcune volte: nel senso che, prima di darne notizia, aspetto che se ne riparli, anche dopo qualche mese, ovvero che lo studio venga menzionato e preso in considerazione da altri, che ci siano stati approfondimenti di qualche tipo o, come ahimè è accaduto, clamorose smentite sulla sua veridicità.
In questo caso sono contenta di aver aspettato a dare la notizia di uno studio che sanciva l’utilità (meglio dell’acqua, si diceva) delle bibite dietetiche tipo Coca cola Zero nelle diete dimagranti, in barba agli studi che hanno correlato un rischio di obesità e diabete anche con il consumo di bibite edulcorate. I precedenti studi avevano infatti finalmente trovato un legame tra consumo di bibite dietetiche e accumulo di peso, e sebbene le suddette bibite siano senza calorie, causerebbero comunque insulino-resistenza.
Ora, il nuovo studio, condotto dal dottor Peter Rogers, professore di psicologia biologica presso la Bristol University, e pubblicato sull’International Journal of Obesity, contraddiceva il lavoro dei ricercatori indipendenti negli ultimi anni con un grosso contrattacco: non solo le bevande dietetiche, si diceva, non favorirebbero l’accumulo di peso, ma al contrario dall’analisi dei dati dei precedenti studi sarebbero persino più efficaci dell’acqua.
Invece, è venuto fuori che lo studio sarebbe stato finanziato da un istituto di ricerca che ha tra i suoi membri di consiglio la Coca Cola e la Pepsi-co. E le persone che hanno fatto lo studio sarebbero state pagate dall’istituto. Diciamo che ci sarebbe stato un doppio conflitto di interessi. Non convincono le giustificazioni dei ricercatori, che non avrebbero menzionato questo finanziamento.