Last Updated on 17 Marzo 2015 by Eleonora Bolsi
Sono una ex-dipendente dal calcolo delle calorie, lo ammetto (potete leggere i vecchi post), e come me tantissime persone che hanno creduto (e nel loro caso magari ci credono ancora) che il nostro corpo risponde alle leggi della termodinamica punto e basta, per cui a un surplus di calorie corrisponde un ingrassamento e a un deficit un dimagrimento. Purtroppo questa affermazione, che sembra inoppugnabile, non corrisponde a quello che nel corpo avviene davvero quando mangiamo di più di quanto consumiamo o mangiamo di meno. Se in generale una simile affermazione può sembrarci vera, non lo è scientificamente, altrimenti si potrebbero stabilire dei parametri fissi e aspettarsi sempre e comunque gli stessi risultati: ogni volta che io mangio di più dovrei ingrassare TOT, ogni volta che mangio di meno dovrei dimagrire TOT. Mangi 3500 calorie in più? Prendi mezzo chilo. Mangi 3500 calorie in meno? Perdi mezzo chilo. Il fatto che questo NON accada a tutti ma solo ad alcuni, non significa che gli altri stiano barando con il calcolo delle calorie, ma che il corpo umano non si può ridurre solo al calcolo delle calorie, ma a una serie di meccanismi che si creano ogni volta che: 1) mangiamo di più, 2) mangiamo di meno, 3) mangiamo certi cibi al posto di altri.
Tutte le persone che hanno lottato con i chili di troppo e il calcolo delle calorie sanno che in una dieta ipocalorica in cui hanno perso 500 calorie al giorno, dopo 7 giorni non avevano perso mezzo chilo: a volte di più, a volte di meno. Non esiste infatti alcun studio scientifico che dichiara che a TOT perdita di calorie ci sarà una perdita di peso corporeo TOT. Ci si basa su delle stime matematiche: se è vero che un chilo di grasso corrisponde a 9000 calorie, allora se tolgo 9000 calorie da un corpo umano questo dovrebbe perdere un chilo di grasso. Questa è una logica imprecisa, che prevede un salto sa una condizione astratta e matematica all’applicazione di questa matematica sul corpo umano.
Eccoti sei motivi per cui non devi contare le calorie di quello che mangi:
1) La banalizzazione del cibo, ridotto a calorie: per chi è affezionato al calcolo delle calorie, non c’è differenza tra 100 calorie di insalata e 100 calorie di pollo arrosto, con il rischio che se la colazione e il pranzo sono stati abbondanti, chi calcola le calorie preferirà mangiare una insalata scondita a cena al posto di un piatto proteico. Chi calcola le calorie, tende a pensare insomma che i cibi siano tutti uguali, mentre non pensa che mangia per nutrire il suo corpo e farlo restare in salute.
2) L’esclusione di alcuni cibi: nel momento in cui ragioniamo secondo il calcolo delle calorie, anche la nostra spesa si farà ipocalorica; tanta frutta e verdura ma magari niente banane. La frutta sì, la frutta secca no. I formaggi magri sì, i formaggi grassi no. E via dicendo. Invece il nostro corpo HA maledettamente bisogno di quel grasso dei formaggi, ha bisogno del burro, ha bisogno delle banane, ha bisogno di un taglio grasso di carne rossa al posto del petto di pollo, ha bisogno di avocado. Questo modo di ragionare crea uno stato di denutrizione che inficia ogni sforzo di dimagrimento.
3) Il calcolo delle calorie ci permette di mangiare di meno, ma ci fa mangiare peggio: proprio per i motivi uno e due.
4) Il calcolo delle calorie ci mette stress: una volta che si ragiona calcolando le calorie di ogni cosa, si vive con uno stress incredibile. Certi cibi ci appariranno vietati, se sgarriamo anche solo di 100 calorie penseremo che dentro il nostro corpo c’è un ragioniere in miniatura che scuote la testa e determina la nostra variazione di peso. Il corpo non vuole questo stress. Questo stress non solo ci rende infelici, ma ci fa ingrassare.
5) Mangiare diventa innaturale con il calcolo delle calorie: se siamo a nostro agio solo quando quello che abbiamo nel piatto soddisfa il calcolo delle calorie, allora abbiamo un problema e questo passaggio si traduce in stress ulteriore. Mangiare dovrebbe darci soddisfazione, piacere, e dovrebbe essere naturale e automatico. Più è strutturato e pensato, più ci ritroveremo a pensare 24h su 24 al cibo, stressando ulteriormente il nostro corpo.
6) Il calcolo delle calorie non ci permette di ascoltare il nostro corpo: voglia matta di patate al forno? Oh, non posso, non rientrerei nelle calorie. Ancora fame? Devo smettere di mangiare, ho terminato la mia quota di calorie per il pranzo o la colazione. Queste due cose si traducono per il corpo in astinenza continua e privazione, a cui reagisce rallentando progressivamente il metabolismo e facendoci aumentare la fame grazie al ruolo del cortisolo.
Chi calcola le calorie per conseguenza è più soggetto alle abbuffate, alla fame nervosa, allo stallo del peso, a un sovrappeso dovuto a continue diete, al metabolismo lento, allo squilibrio ormonale. Per questo motivo, anche se il calcolo delle calorie potrebbe essere uno strumento utile, se preso in maniera più morbida (avere vagamente un’idea di quanto mangiamo), diventa spesso un’arma micidiale se lo consideriamo il nostro unico parametro nella dieta. Molta più importanza ha la salute che otteniamo attraverso la giusta nutrizione e l’idea che il corpo ha bisogno di macro e micronutrienti per stare bene.
Solo così avremo un metabolismo alto e i nostri problemi di peso tenderanno poco alla volta a scomparire.