Last Updated on 19 Marzo 2018 by Eleonora Bolsi
Come sapete (e se è la prima volta che mi leggete ve lo dico adesso), sono contraria alla demonizzazione dei cibi: a volte mi lascio tentare, ma basta ricordarmi i miei disturbi alimentari del passato per essere più flessibile e parlare in modo più flessibile dell’alimentazione. La dieta integrale “No White at Night“, anche detta “Eat Nothing White” (traduco: “Niente cibi bianchi di notte”, o “Non mangiare niente di bianco”), rischia di puntare alla demonizzazione facile degli alimenti, come tutte le diete che consigliano di mangiare solo il cibo integrale. Di per sé, mangiare integrale non è una regola sbagliata, anzi. Assumi più fibre, riduci il consumo di cibi raffinati, il consumo di zucchero, che in piccole dosi non è da demonizzare, ma per un soggetto sedentario la riduzione della glicemia non può fare che bene, e soprattutto aumenti il senso di sazietà, perché tra mangiare un piatto di pasta integrale al dente e mangiare un piatto di pastina scotta, in termini sia di sazietà che di risposta glicemica, c’è una bella differenza.
La dieta integrale non è tuttavia una dieta a basso indice glicemico, non per forza: molti cibi integrali hanno un carico glicemico alto o medio, e tutto dipende sia dal tipo di cereale (più o meno proteico), sia dalla preparazione del prodotto (più o meno ricco di amido, e che tipo di amido). Il riso integrale ha un indice glicemico appena più basso del riso bianco, ma ancora più basso è il basmati, che però è un riso bianco, almeno a guardarlo. E allo stesso modo che lo zucchero sia di canna o bianco non fa molta differenza. Sempre zucchero è.
Inoltre, occorre pensare ai tempi di cottura di un cibo: se vi mangiate un piatto di spaghetti al dente o vi mangiate del riso integrale bollito troppo, vince il piatto di spaghetti al dente da un punto di vista glicemico. Stracuocere i cereali in chicco integrali non porta alcun vantaggio. Il pane integrale è simile al pane bianco come indice glicemico: dunque occorre mangiarlo con moderazione, indipendentemente dal colore, se si tende a ingrassare e non ci si alza dal divano.
Dunque escludere gli alimenti in base al loro colore è una scelta miope, e persino dannosa per molte persone che non riescono a digerire molte fibre. Tutto dipende infatti dalla composizione batterica del nostro intestino.
La dieta integrale “No White at Night” dice appunto questo: elimina tutti i cibi bianchi e dimagrisci. E soprattutto, eliminali la sera. Nella lista dei cibi no, anche patate (ad alto indice glicemico, ma tutto sta a quanto ne mangiate: mezzo chilo no, ma chi si mangia mezzo chilo di patate? Inoltre bollite sono il cibo a maggiore indice di sazietà) e fagioli bianchi, che certo non sono né zuccherini, né raffinati.
Eppure si tratta di una dieta ideata da un medico della celebre Mayo Clinic, il dottor Jon Ebert. Per chi volesse provare questo approccio alimentare, i vantaggi ci sono, basta farla con il buon senso. E a pagina due vediamo come.
(SEGUE A PAGINA DUE)