Last Updated on 10 Marzo 2019 by Eleonora Bolsi
Di recente più di uno studio si è focalizzato sul binomio allenamento/dimagrimento, il tutto per rispondere a un quesito importante: perché molte persone pur frequentando la palestra non perdono peso? E perché invece altre, dopo una iniziale perdita di peso, sperimentano quello che si definisce effetto plateau, ovverosia di stallo? E infine, se è vero che alcuni ottengono ottimi risultati allenandosi, quanti di questi ci riescono dietro sacrifici alimentari (anche calcolare i macronutrienti è un sacrificio alimentare: tutto quello che non è una comune e spontanea alimentazione di fatto lo è) e quanti invece ci arrivano con il solo allenamento?
In definitiva, esiste un allenamento per dimagrire ideale e che funziona più o meno per tutti?
Secondo uno studio condotto dalla celebre Hunter College di New York, mentre programmi come The Biggest Loser e il successo di app come Fitbit suggeriscono che più ti alleni più perdi peso, in realtà non è la durata degli allenamenti a determinare il dimagrimento. Anzi. Per dimagrire l’importante non è quanto, ma come, perché c’è un limite massimo di dispendio calorico possibile se ci si allena: è vero che le persone più attive tendono a bruciare più calorie, ma, con calcolatori alla mano, gli esperti hanno scoperto che esiste un limite entro cui il corpo attiva delle difese al bruciare più energia che poi portano allo stallo del peso, e, in taluni casi, persino un rallentamento del metabolismo, con una riduzione delle calorie bruciate a riposo. Questo fenomeno viene definito di “adattamento metabolico” (segue a pagina due)