Last Updated on 10 Marzo 2019 by Eleonora Bolsi
Come fare la reverse diet?
Semplice, aggiungendo 50 calorie al giorno a quanto (poco mangiamo) per sette giorni: dall’ottavo giorno in poi, al posto di 50 calorie in più saranno 100 in più. Se facciamo una dieta da mille calorie e ci riconosciamo nei sintomi sopra descritti del danno metabolico, in 4 settimane dovremmo arrivare all’incirca a 1200 calorie giornaliere. In 8 settimane a 1400. A seconda del nostro problema, può convenire aumentare di 100 calorie giornaliere da subito a settimana (se per esempio mangiamo molto poco) al posto di 50. Si continua ad aumentare fino a raggiungere il nostro fabbisogno metabolico totale. Vi conviene usare un calcolatore online, ma tenete conto che in media si tratta di 1800/2000 calorie per le donne e 2500 calorie per gli uomini.
Ora, il punto che mi preme di farvi capire è che non sono solo gli sportivi e i bodybuilder a doversi preoccupare di fare una reverse diet. La reverse diet infatti è una cosa che tutte le persone che stanno a dieta da molto tempo e sospettano un danno metabolico dovrebbero assolutamente fare. Il rischio infatti è quello di assistere a un progressivo peggioramento dei sintomi: digestione sempre più debole, livelli sempre più alti di stress, problemi di tiroide e ciclo nelle donne, fame nervosa, ossessione per il cibo.
Distinguiamo qui due situazioni in cui si applica di norma la reverse dieting:
– una reverse diet temporanea, tipica dei body builder, in associazione a una full break diet: in questo caso si arriva, come spiegò per primo Lyle Mc Donald, da uno stato dietetico restrittivo a uno stato normocalorico (eucalorico). Una volta che torniamo a mangiare quando dovremmo per stare nel nostro peso, si può decidere dopo qualche settimana di riprendere un percorso dietetico restrittivo. Questo è un modo di vedere la reverse diet come fase di un lavoro più ampio, per esempio di ricomposizione corporea, dieta ciclica, eccetera. E’ il caso di Corina Nielsen, la cui foto della prima fase di reverse, da 1300 a 1700 calorie, ha fatto un po’ il giro della rete.
– una reverse diet pura e semplice, non finalizzata a una nuova dieta né a un break dietetico, come nel mio caso, e come hanno poi suggerito alcuni nutrizionisti, che lo attuano nella pratica con persone che non c’entrano nulla con il modo “professionista” del fitness. Lo scopo di questa particolare forma di reverse è quello di uscire definitivamente dalle diete. Non stare mai più a dieta dimagrante e ipocalorica. Mangiare per la salute, vivere in salute. Finalizzata a chi ha problemi alimentari, è come un totale reset del corpo. Si può stare in salute mangiando in modo appropriato e poi allenandosi o tenendosi attivi, ma senza tornare a tagliare le calorie e a vedere i cibi come amici o nemici. Anche nel mondo del fitness c’è chi ha scelto questa soluzione senza tornare alla dieta ciclica, per esempio questa power lifter. Una reverse dieting non finalizzata a un nuovo percorso ipocalorico è anche l’obiettivo del programma “Eat more to weigh less”: in questo caso, le autrici del programma lo chiamano “metabolic reset“, ma nella sostanza è lo stesso discorso: iniziare a mangiare poco per volta di più fino a una dieta normocalorica per noi.
Questa seconda applicazione è quella che mi interessa spiegarvi: significa aumentare le calorie gradatamente fino ad arrivare a mangiare esattamente quando il nostro fabbisogno calorico giornaliero, quindi il nostro metabolismo totale. Dopodiché, bisognerebbe aspettare almeno un anno per uscire completamente dagli effetti del danno metabolico, ma alcune persone hanno documentato di averci messo anche più di un anno. Il risultato è quello di tornare a mangiare come una persona normale, tornare ad avere un buon metabolismo e un miglioramento significativo della salute già entro il primo mese, tornare ad avere dopo qualche mese un rapporto sempre più sano e istintivo con il cibo.
Veniamo ora alla domandona più domandona di tutte: ma con la reverse diet non si ingrassa? (segue a pagina tre)