Last Updated on 29 Novembre 2014 by Eleonora Bolsi
Rinoplastica senza nessun dolore, è possibile? Rifarsi il naso senza grosse ecchimosi, senza lividi evidenti e tamponi ? Senza dubbio, una delle principali preoccupazioni di chi intende sottoporsi a un intervento di rinoplastica, è quella del decorso postoperatorio: basta chiedere agli amici che si sono sottoposti all’intervento in passato per scoprire di fastidiosi sanguinamenti, e soprattutto dei dolorosi tamponi, infilati nelle narici per alcuni giorni. Bene, in certi casi è meglio non chiedere agli amici. La chirurgia si evolve, e anche i tamponi non sono più quelli di una volta, per così dire. In molti i casi, i tamponi non servono affatto e il dolore è ridotto a zero. Un ottimo esempio è la metodologia di Paolo Gottarelli, Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva presso l’Università degli Studi di Padova (il suo curriculum è reperibile in rete). Il metodo di Gottarelli si basa “sulla maniacale e precisa applicazione integrata di 3 tecniche”: una di queste tre tecniche è messa a punto dallo stesso Gottarelli. Potete farvi un’idea qui: La turbinoplastica del dottor Gottarelli.
In sintesi, la rinoplastica senza dolore parte da una metodologia, la rinoplastica globale, messa a punto nel 1997 (quindi non tre mesi fa, si tratta di una tecnica sperimentata e documentata), che prevede lo sgonfiamento dei turbinati ipertrofici in maniera non traumatica. Spesso, un problema estetico del naso, è dovuto proprio all’ipertrofia del turbinati, e ha quindi una forte correlazione con una cattiva respirazione. In casi del genere, estetica e funzionalità vanno di pari passo. Quanto all’azzeramento del dolore nell’intervento di chirurgia plastica, esso è dovuto, oltre all’inutilità dei tamponi (la turbinoplastica di Gottarelli non li prevede, perché il naso non sanguina), alla particolare metodologia di intervento sulle ossa del setto nasale. Le ossa del setto nasale non vengono più rotte, ma indebolite. Come spiega lo stesso Gottarelli, dovete immaginarvi una canna di bambù: se provate a piegare una canna di bambù, noterete che anziché spezzarsi si flette, si indebolisce, e si curva. In pratica, le ossa vengono modificate lentamente e senza alcuna lesione, così come piegheremmo la canna senza spezzarla, ma facendole mutare conformazione.
Detto di Gottarelli (di cui questo sito non è sponsor, ma che ha il merito di esporre chiaramente la sua tecnica), se state pensando a un intervento di chirurgia plastica, non c’è bisogno di temere il dolore. Assicuratevi solo di rivolgervi a un bravo specialista, e di essere convinti di ciò che volete.