Last Updated on 10 Marzo 2019 by Eleonora Bolsi
Altri problemi da solanacee riguarderebbero dolori muscolari, dolori osteoarticolari, psoriasi. Ma gli studi condotti si sono spesso basati su surveys, ovvero su dei semplici questionari, come quello già citato. L’attendibilità è sospetta.
Altri studi si sono concentrati sui glicoalcalodi presenti nelle patate, che aggraverebbero i sintomi di chi soffre di problemi intestinali come la sindrome del colon irritabile: tuttavia, gli studi si sono concentrati su quelle parti della patata con più alte concentrazioni di glicoalcalodi. Ovvero: le bucce.
Non mangiate bucce fritte (la frittura aumenta i glicoalcaloidi) se soffrite di intestino irritabile. E in generale evitate le patatine fritte, di quelle in busta. Cosa che non dovreste comunque mangiare in generale, no?
Inoltre, la cottura delle solanacee, quindi di melanzane, pomodori, peperoni e patate, riduce drasticamente il loro contenuto di alcaloidi, ed evitare i frutti acerbi, per esempio i pomodori maturi.
Infine bisognerebbe mangiare chili di questi vegetali perché gli alcaloidi possano avere un effetto tossico per il nostro corpo. Sì ci sono stati studiosi che hanno ipotizzato che un consumo anche basso ma sul lungo termine possa avere gli stessi effetti. Ma anche qui, le normali regole di igiene e cottura, oltre che i limiti imposti per legge, rendono un po’ allarmistiche le loro opinioni.
Chi teme per la sua salute, può semplicemente mangiare questi vegetali cotti, evitare i pomodori verdi, togliere la buccia da melanzane e patate, evitando scorpacciate di chili di questo tubero. Considerato l’alto potere saziante delle patate cotte, davvero vi sfido a mangiare oltre un chilo di patate al giorno (peso da crudo). Altra cosa: evitiamo di mangiare patate germogliate e molto vecchie. Ma questo lo si sa già, no?
Per il resto possiamo dormire sogni tranquilli.