Last Updated on 10 Marzo 2019 by Eleonora Bolsi
Stare a dieta spesso, riducendo le calorie o passando da un regime all’altro nel tentativo di perdere peso: i cosiddetti “chronic dieters” ovvero quelli che stanno a dieta tutto il tempo, e che ogni volta che mangiano poco di più alla ricerca di un piano alimentare stabile prendono peso e tornano alle restrizioni, sono i più soggetti al rischio di futuro sovrappeso e obesità, secondo il dottor Nick Fuller, medico australiano tra i maggiori esperti di obesità nel suo paese, e autore del libro “Interval Weight Loss”, in cui spiega come dimagrire senza riprendere peso.
Il dottor Fuller individua cinque cause che rendono le diete per dimagrire un espediente di dubbio successo, e che per paradosso le rendono ingrassanti sul lungo termine.
PERCHE’ LE DIETE PER DIMAGRIRE CI FANNO INGRASSARE?
Dopo aver perso peso, lo riprendiamo con gli interessi per 5 semplici ragioni, spiega Fuller.
- Il metabolismo rallenta: più tagliamo le calorie o aumentiamo la spesa energetica (per esempio mettendoci a correre tutti i giorni nonostante una vita frenetica), più il nostro metabolismo rallenta. Inoltre, la perdita stessa di peso porta a un rallentamento metabolico. Dunque il mantenimento e il ritorno a una dieta normale deve essere graduale e, peggio, se vogliamo perdere ulteriori chili ma la bilancia non scende, continuare la dieta o ridurre ancora le calorie non farà che peggiorare la situazione.
- Aumenta l’ormone della fame, diminuisce quello della sazietà: in seguito alla restrizione, diminuiscono i livelli di leptina (ormone della sazietà) e aumentano quelli di grelina (ormone della fame). Ecco perché fare uno o due giorni liberi di dieta è il modo ideale per continuare a perdere peso, perché ribilancia in parte l’assetto ormonale di fame e sazietà. E mantiene alta la motivazione. Viceversa sono da evitare le diete “7 giorni su 7”.
- Si rischia di rovinarsi la salute: si può perdere peso in molti modi, ma è meglio evitare regimi drastici che mettano a rischio la salute. Per questo motivo, dobbiamo smettere di pensare alle diete come a un modo per perdere più peso possibile, ma andarci piano e cercare il regime che possa fare al caso nostro, soprattutto tenendo conto che siamo unici, dalla flora batterica alla risposta del corpo allo stress, siamo diversi anche dai nostri famigliari. Per questo una scelta quanto più oculata a personalizzata ci fa dimagrire meglio.
- Si riprende peso se lo abbiamo perso velocemente: il corpo ha bisogno di tempo per adattarsi a un peso minore, dunque perdere peso in fretta è una strategia fallace; tanto più velocemente perdiamo peso, tanto più facilmente rischiamo di prenderlo.
- Bisogna considerare la teoria del set point. Che con molta probabilità è più di una teoria. Essa spiega infatti che il corpo si trova a suo agio in un certo range di peso, spesso correlato al numero di nostri adipociti, che viene settato a partire dalla pubertà. Ecco perché persone che sono magre da sempre rimangono magre, mentre chi è stato obeso da bambino rischia sempre di diventarlo nuovamente in età adulta.
La soluzione? Ce n’è più di una: innanzitutto periodizzare la dieta dimagrante, rivolgendosi a un professionista medico che valuti il nostro stato di salute iniziale. Periodizzare la dieta significa perdere peso poco per volta, alternando giorni di dieta a giorni liberi o facendo settimane di dieta e settimane normali. Poi, valutare bene quale regime seguire, cercando di non farsi influenzare dai regimi drastici che promettono risultati eclatanti. Terza cosa: focalizzarsi sulla salute.
Su questo vorrei che leggessi un articolo di approfondimento sul metodo della dottoressa Rasio, per aumentare il metabolismo partendo dalla tua salute.