Last Updated on 17 Settembre 2019 by Eleonora Bolsi
CRONOBIONUTRIZIONE, CRONONUTRIZIONE, CRONODIETA
Già dalla premessa, ovvero dalla cronobionutrizione, il libro Dieta Supersalute ci descrive una realtà, quella della regolazione dei pasti e dell’attività attraverso i ritmi circadiani, che nel dimagrimento e nel benessere conta davvero poco. Senza dubbio ha senso sapere per esempio che la mattina l’insulina è bassa e il cortisolo è alto, o che nel pomeriggio il metabolismo è più veloce: se siete facili allo stress, fare colazione la mattina con almeno un alimento glucidico può servire, così come può servire sapere che nel pomeriggio potreste tendere ad avere più fame. Notare il verbo potere.
E d’altra parte è vero che molte persone, special modo atleti, hanno trovato in pratiche di digiuno intermittente (mangi in determinate ore della giornata e non mangi in altre) in cui anche il quando conta, dei modi per dimagrire e definirsi. Questo però ha fatto sì che la cronodieta, la crononutrizione o la cronobionutrizione si sia guadagnata una fama immeritata, diventando una specie di far west dove ogni cosa è legittima. In parole povere, sto sostenendo che non conta quando mangi, o conta molto poco. Conta quanto mangi, così come la qualità del cibo che mangi. E come ti trovi, soggettivamente parlando, a mangiare più o meno di tre pasti al giorno, più o meno bilanciato, più o meno proteico. Leggi per tutti non ce ne sono, non validate scientificamente.
Si tratta di teorie. Ma vediamo qualche parere autorevole. L’European Food Information Council considera la cronodieta come un “mito alimentare da sfatare“, basandosi su uno studio del 1997 che stabilisce che, seppure i ritmi circadiani sono importanti perché ci permettono di scandire il ritmo sonno/veglia e di avere una vita regolare, mancano studi che stabiliscano come il tempo possa effettivamente influenzare il nostro modo di mangiare, e i ritmi circadiani contano come altri ritmi, per esempio quelli socioculturali. Questo, a parte particolari circostanze, come in chi lavora di notte.
Uno studio recentissimo, ha per esempio stabilito che mangiare a orari regolari aiuta ad avere un’alimentazione più sana. Poco importano estate o inverno, o macronutrienti suddivisi in mattina o pomeriggio.
Nel libro la Dieta Supersalute, la crononutrizione è usata per creare regole scientificamente inattendibili, per esempio che occorre evitare i carboidrati di sera. Strano, perché proprio di sera, almeno stando ai nostri livelli di insulina, siamo più sensibili alla stessa e quindi più facili a saziarci con alimenti glucidici.
E proprio parlando dell’insulina, il dottor Gualerzi ne parla come di un ormone nemico: leggiamo infatti dal suo libro che l’insulina svuota il sangue degli zuccheri per accumularli sotto forma di depositi nelle cellule adipose.
Mi aspetto che un medico si esprima meglio di così e anche lo specchietto riepilogativo non è d’aiuto. Ora, è vero che l’insulina è il principale ormone responsabile dell’ingrassamento, ma è anche vero che parliamo di un ormone importantissimo, che è coinvolto in tanti meccanismi, alcuni dei quali ancora ignoti. Che l’insulina non nutre solo le cellule adipose, ma i tessuti insulino-dipendenti, tra cui il cuore; che proteine e carboidrati danno risposte insuliniche diverse, non le stesse; che l’insulina concorre a favorire il senso di sazietà. Infine, l’insulina non è l’unico ormone che “svuota il sangue degli zuccheri”. (segue a pagina tre)