Last Updated on 10 Marzo 2019 by Eleonora Bolsi
Il corpo umano avrebbe, esattamente come negli animali, una specie di bilancia interna, ovvero un sistema di autoregolazione del peso, per cui, se si tende a ingrassare, il corpo riceve dei segnali per ridurre il senso di fame e aumentare il senso di sazietà, riducendo così le entrate di cibo: una omeostasi del peso corporeo, che spinge il nostro corpo all’equilibrio anche nel peso, così come in tutti i processi biologici che ci riguardano.
Un team di scienziati svedesi avrebbe notato questo meccanismo, battezzato con il nome di gravitostat (omeostasi del peso corporeo) nei roditori, ed è convinto che lo stesso meccanismo ci sia anche negli esseri umani. I segnali di autoregolazione del peso agirebbero indipendentemente dagli ormoni della fame e della sazietà, e sarebbero collegati agli osteociti (le cellule principali del tessuto osseo) localizzati nel femore. Questi segnali regolerebbero quindi in modo autonomo il grasso corporeo. Va be’, direte voi, ma questo accade nei topi.
E negli umani?
La cosa interessante che spiegherebbe un collegamento anche con gli esseri umani, quindi l’esistenza anche negli uomini e nelle donne di un sistema di autoregolazione del peso, è la correlazione tra la sedentarietà e il rischio di sindrome metabolica, evidenziata in passato da una serie di studi epidemiologici. Perché stare più seduti aumenta il rischio di ingrassare?
Un tempo si pensava che più tempo si passava seduti, molte meno calorie si bruciavano, ma negli ultimi anni nuovi studi avevano già smentito che il rischio di obesità fosse correlato a un minore dispendio energetico totale.
In sostanza: se stai seduto bruci meno calorie che sei stai in piedi e questo lo sappiamo.
Ma si tratta di poche calorie di differenza, che non spiegano il motivo per cui chi è sedentario rischia un maggiore accumulo di grasso corporeo, special modo addominale.
E qui viene il bello. E se il motivo per cui chi passa troppo tempo seduto tende ad accumulare grasso, soprattutto viscerale, fosse legato a una inibizione di questi sensori a livello femorale? Quando si tende a ingrassare, il fatto che si passa molto tempo seduti potrebbe confondere la comunicazione tra il cervello e questi sensori negli osteociti femorali. Questo spiegherebbe anche, forse, il motivo per cui, in questo precedente studio, si è notata una correlazione tra chi aveva gambe sottili e smagrite e il metabolismo corporeo. Le persone dalle gambe meno toniche e più magre avrebbero infatti un metabolismo più lento (e maggiore rischio di di sindrome metabolica). D’altro canto, questa bilancia interna attivata dagli osteociti del femore regolerebbe la sensibilità insulinica e la tolleranza al glucosio. Dunque, minore rischio di sindrome metabolica.
In attesa di capirne di più, vale questo consiglio: passate più tempo in piedi. Questo dovrebbe ridurre il rischio di obesità anche negli esseri umani.