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Integratori per tiroide pigra: facciamo chiarezza

Last Updated on 28 Marzo 2019 by Eleonora Bolsi

Tantissime persone che hanno bassi livelli di T4 e soprattutto T3 e alto TSH ricorrono a degli integratori per tiroide, per un semplice motivo: perché il medico non ritiene che ci siano i presupposti per un’integrazione ormonale. Questo nonostante i sintomi da ipotiroidismo subclinico o tiroide pigra ci siano tutti. Gonfiore, scarse energie, tendenza al sovrappeso, bassa temperatura corporea, problemi intestinali, carenze nutrizionali nonostante una dieta varia e sana, suscettibilità allo stress, scarsa risposta muscolare anche con attività fisica adeguata, problemi di umore e concentrazione.

La tiroide agisce come mastro regolatore del metabolismo e delle difese immunitarie. Ma se abbiamo una tiroide pigra e nessuna patologia conclamata, possiamo ricorrere a degli integratori per tiroide per tornare a dei valori ormonali ottimali?
La risposta è nì, perché questi integratori per la tiroide, specie se sono un blend, cioè una miscela di sostanze diverse, possono fare più male che bene a questa ghiandola importantissima per la nostra salute. Ovvero, possono funzionare sul breve termine, ma possono anche creare danni sul lungo termine. E quando si creano questi danni, la tiroide può risultate più compromessa di quanto lo era inizialmente.

INTEGRATORI PER TIROIDE PIGRA: IL BUONO, IL BRUTTO E IL CATTIVO

Gli integratori per tiroide pigra attualmente in commercio contengono quasi tutti due sostanze che possono danneggiare la tiroide. Queste sostanze sono lo iodio e la L-Tirosina. Vediamo perché.

INTEGRATORI PER TIROIDE PIGRA: IL CASO DELLO IODIO

Lo iodio è importante perché la tiroide ne ha bisogno per sintetizzare gli ormoni tiroidei. Ma andrebbe assunto solo in caso di comprovata carenza.

Inoltre è controindicato per chi ha famigliarità con malattie autoimmuni e tiroiditi. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità sono 50 ogni centomila abitanti le persone affette da gozzo in Italia, dunque con carenza grave di iodio. Un dato, questo del dieci per cento della popolazione, che attesta sì una carenza, ma non così grave rispetto ad altri Paesi. Consumare più pesce, e integrare con poco sale iodato risolverebbe la carenza in modo naturale, se la si sospetta. Ma negli integratori per tiroide troviamo dal 100 al 150% della dose giornaliera raccomandata.
Un po’ troppo.

Soprattutto se non abbiamo rilevato una carenza, se cioè non abbiamo fatto degli esami.
Lo iodio insomma non è tanto amico della tiroide come sembrerebbe: in Giappone, dove il deficit di iodio è tra i più bassi al mondo, il cancro alla tiroide è alto. Nelle persone con leggera carenza di iodio, il TSH è minore che in quelle con iodio in eccesso. Uno iodio in eccesso, per esempio per integrazione, può portare a ipotiroidismo e tiroiditi.

Dunque se si sbaglia dosaggio si passa letteralmente dalla padella alla brace. Con il marketing degli integratori, che tanto sicuri non sono, sono tantissimi i casi di persone che integrando con prodotti che contenevano iodio hanno visto dapprima un miglioramento, e poi un deciso peggioramento dei sintomi.

E’ importante assicurarsi di ottenere iodio tramite l’alimentazione, con un’assunzione adeguata di pesce, in 3-4 porzioni settimanali, o, per chi non consuma pesce, con alghe essiccate (da assumere per via alimentare, non come integratore, per esempio aggiungendole a zuppe o insalate senza esagerare) o sale iodato.

INTEGRATORI PER TIROIDE PIGRA: IL CASO DELLA TIROSINA

E veniamo ora a un altro ingrediente, che chiameremo il cattivo. La tirosina.
La tirosina è un amminoacido non essenziale, che assieme allo iodio promuove la formazione di ormoni tiroidei.
Negli integratori la troviamo in forma sintetica, come L-tirosina. Ora, ci sono due cose da tenere in conto.

La prima è che in una dieta varia, soprattutto a livello di cibi proteici (carne, pesce, uova, formaggi) e non vegana, è difficile avere carenza di tirosina. Un buon contenuto di tirosina si trova anche nei lupini e nella soia, ma in sostanza i cibi che contengono più tirosina sono quelli di origine animale. I casi di deficit di tirosina riguardano le persone con disordini metabolici specifici o dieta a ridotto contenuto di proteine. 

Inoltre, se un deficit del metabolismo della tirosina è implicato nei disturbi della tiroide, un’integrazione di tirosina non ha dato risultati scientifici certi nei pazienti ipotiroidei, mentre gli unici studi rilevanti sono stati fatti solo sui topi.

Nelle persone ipertiroidee, un eccesso di tirosina a livello plasmatico è frequente. Ma ancora: notate che può esserci un problema metabolico che spiega questo, per esempio a livello epatico o renale.
E non un problema alimentare.

La seconda.
Il dottor David Clark spiega che integrare con la tirosina per migliorare la funzionalità tiroidea è sbagliato: la tirosina potrebbe portare a una maggiore produzione di catecolamine. 
E le catecolamine, essendo infiammatorie, potrebbero avere un effetto negativo sulla tiroide.

A questi due ingredienti particolari negli integratori si aggiungono spesso estratti di piante, in genere adattogene, che tuttavia non sono esenti da controindicazioni.

 

INTEGRATORI PER TIROIDE PIGRA: ECCO COME RIMEDIARE

Integrare la propria dieta con cibi proteici ad alto valore biologico, selenio, zinco e vitamine del gruppo B, assicurarsi di mangiare pesce nella dieta, prendere del magnesio prima di andare a letto, risolvere carenze di vitamina D e ferro, esporsi più alla luce del sole, mangiare carboidrati in quota sufficiente evitando diete ipocaloriche e low-carb, correggere un eccesso di estrogeno e/o cortisolo, ridurre lo stress. Ma anche una terapia con luce a infrarossi come spiego qui.

Queste cose sono tutte più sicure e vantaggiose per la tiroide che prendere un integratore per tiroide pigra senza essere consapevoli appieno degli effetti collaterali.