Last Updated on 22 Ottobre 2019 by Eleonora Bolsi
segue: LIMITI DELL’INDICE GLICEMICO PER DIMAGRIRE
Non è vero che i carboidrati complessi alzano la glicemia meno degli zuccheri semplici.
Il pane bianco alza la glicemia più del miele, dunque demonizzare gli zuccheri semplici perché alzano di più la glicemia rispetto a quelli complessi non ha senso.
I cibi a basso indice glicemico sono più sazianti?
Come abbiamo visto nella premessa, si crede che se si mangia un cibo ad alto IG, dopo si avrà più fame, a causa del rapido incremento della glicemia a cui risponde l’insulina che “spazza e stocca” tutto (teoria glucostatica).
In realtà, non esiste una relazione tra indice glicemico e indice di sazietà.
Alcuni cibi a basso IG possono per esempio essere sazianti perché hanno più fibre o sono meno densi energeticamente (dunque più idratati).
Una dieta a basso IG fa perdere grasso?
Pansini fa un’esamina degli studi che hanno correlato una dieta a basso/alto indice glicemico a dimagrimento/obesità.
Concludendo che non ci sono chiari nessi di causalità tra l’indice glicemico degli alimenti e il grasso corporeo. Inoltre, molti studi sono stati fatti su campioni di persone sovrappeso, obese o sedentarie. Quanto più si è attivi e normopeso meno ha senso demonizzare i cibi ad alto indice glicemico.
L’indice glicemico ci porta al rischio di ipoglicemia?
Quali sono i casi in cui l’indice glicemico può determinare una ipoglicemia reattiva? In un soggetto sano e a riposo, non è l’ingestione di un alimento ad alto indice glicemico a portare poi all’ipoglicemia. Invece lo è un mix di diversi fattori.
Cibi ad alto IG e rapida assimilazione (per esempio destrosio in forma liquida) e pasto ad alto carico glicemico.
Situazione un po’ limite, e difficilmente riscontrabile nella quotidianità.
Per saperne di più vi invito a leggere i quattro articoli di Lorenzo Pansini partendo da qui.