Last Updated on 30 Dicembre 2022 by Eleonora Bolsi
Un lievitato ammuffito, preparato in una stanza che non viene ventilata da anni. Questa, oltre al paragone con della gommapiuma stantia, è grossomodo la descrizione che fa del panettone la giornalista tedesca Johanna Dürrholz, colonnista dell’autorevole rivista tedesca Frankfurte Allgemeine, o Faz.
L’articolo tedesco in cui il panettone è il dolce che nessuno vuole
La scena dipinta da Dürrholz è la seguente. Alla fine di una cena in compagnia, di cui è evidentemente ospite, la giornalista riceve in dono di commiato, come gli altri, un panettone dalla tipica scatola blu. Sarà il nostro Motta? Non ci è dato saperlo.
Segue descrizione sprezzante sia del modello italiano, l’ospite magnapasta, reo di avere invitato gente al ristorante, che del dolce lievitato. Un impasto muffito, con uvetta e canditi incollati alla pasta lievitata, già scaduti ancor prima della data di scadenza del dolce. Dolce che in realtà nessuno vuole, nessuno mangia, per cui ci si limita a riciclarlo finché qualcuno non ha la decenza di buttarlo.
Che spesso a Natale e Capodanno si finisca per riciclare il panettone, regalandolo ad altri, è forse l’unica cosa vera di tutto l’articolo. Per il resto, ci si aspetterebbe maggiore tatto e un minimo di rispetto da una giornalista che è, per la testata Faz, della rubrica “La Germania e il mondo”, verso le altre culture e tradizioni culinarie.
Ma il panettone fa schifo?
Veniamo al sodo: davvero il panettone fa schifo? Sa di muffa e puzza come se fosse stato fatto in una casa senza finestre? Le risposte sono due, ma nessuna di queste è affermativa.
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La prima risposta, ovviamente, è che come spendi mangi, almeno nella differenza tra industriale e artigianale.
Questo è vero soprattutto per quanto riguarda alcuni grandi lievitati, come il panettone.
Poi, ci sono tante truffe e se artigianale significa fare un impasto con prodotti scadenti, non c’è artigiano che tenga. C’è tuttavia una differenza direi abissale tra la qualità di un panettone industriale e un vero panettone artigianale. Non me ne vogliano Motta, Balocco e compagnia. Mi spiego. -
Il problema è che devi garantire un lifespan, quindi una durata dell’alimento, con una scadenza maggiore di quella che di solito ha un lievitato artigianale.
Provate a fare anche solo il pane in casa. Dopo tre giorni è gommoso. Prova a comprare un cornetto industriale e uno (si spera da una buona) pasticceria o panetteria. Il primo è morbido e ha un po’ la consistenza della gommapiuma. Il secondo è sfogliato, caramellato, maggiormente alveolato, l’impasto deve ritrarsi se lo tiri con le dita, la crosta esterna, senza sfaldarsi troppo, deve avere un che di croccante.
Per non parlare della fragranza.Logicamente, per quanto un panettone artigianale sia fatto per durare uno-due mesi, non arriva certo ai sette/otto mesi e più del panettone industriale.
Se acquistate un panettone artigianale, spendete per un buon prodotto dai 20 ai 55 euro: un range di spesa mica male, e non è detto che quelli a 20 euro siano di peggiore qualità. Nel prezzo del panettone, il brand o la griffe del pasticciere conta. Tuttavia, non lo troverete certo a cinque euro o addirittura a meno.
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Questo vuol dire che i panettoni da supermercato fanno schifo come scrive la giornalista? Non esattamente, ma non sono proprio l’emblema della tradizione, e non possono esserlo perché, come ho spiegato, devono durare.
Sparare a zero sul panettone è impossibile. Sfido chiunque con un minimo di palato decente a trovare muffito il panettone di un Massari, di un Sal de Riso o di Canavacciuolo. Di non trovare morbido e burroso un panettone di Tiri o Olivieri. E potrei continuare, per esempio parlando delle enormi differenze tra canditi, uvetta e via dicendo.
Dopo i big, a metà strada abbiamo i dolci di Natale con scadenza appena più lunga, 3-4 mesi: ma sempre deliziosi panettoni, come Fiasconaro o Vergani. Ma anche qui, trovare un loro panettone tradizionale a meno di 20 euro è impossibile, sebbene la data di scadenza si allunghi un poco. Per quelli farciti, i prezzi si alzano. -
Al supermercato troveremo quindi panettoni industriali, che non sono il male, ma di certo non possono competere con gli altri e magari non li compreremmo “per fare bella figura”.
Parlo in modo generale: Tre Marie si trova al supermercato e fa un ottimo pandoro e un buon panettone. In generale, quindi, i panettoni da supermercato sono buoni per farci colazione, buoni per un Natale in famiglia, ma certo non solo un regalo pretenzioso. Inoltre, non tutti i panettoni artigianali sono fatti a regola d’arte: dunque, se non si hanno grosse pretese e non si vuole spendere una fortuna, non ha senso pagare per un brioscione spacciato per panettone tradizionale solo perché te l’hanno farcito di crema al pistacchio.
C’è insomma parecchia speculazione. Per questo dico, in generale. Le eccezioni sono tantissime.
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Non voglio con questo mortificare l’ospite descritto dalla giornalista.
Se hai trenta invitati, li omaggi con un pensiero che non deve essere tuttavia eccessivo: è stato giustamente educato. Magari il panettone da supermercato in Germania costa di più. Teniamo in conto che il nostro non avrà speso due euro anche per un panettone da GDO.
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La giornalista, per essere colonnista di una rubrica che parla di realtà oltre la Germania, tutto questo dovrebbe saperlo.
La Germania ha un’ottima tradizione dolciaria. Ma anche da loro, dei biscotti di pan di zenzero del discount non possono essere la stessa cosa di una rinomata pasticceria, e così il celebre “Stollen”.
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Da ultimo, non mi sognerei mai di rovinare un panettone di gran pasticceria per un dolce di riciclo.
Per quello, per farcire il panettone con del gelato, per farci una torta, un tronchetto di Natale improvvisato, e tantissime altre cose ottime che chi ama cucinare può inventarsi a partire da un modesto panettone che avanza dopo le feste, quello da supermercato andrà benissimo. Se leggi il mio articolo, ricette con panettone e pandoro, noterai che ci si può fare pure la torta di mele.
Inoltre, quando lo si trova scontato al supermercato, possiamo tostarlo appena e abbinarlo con dello yogurt greco magro, miele e frutti rossi, per le colazioni a venire. 4o-50 grammi al giorno hanno le stesse calorie di una merendina, ma una lista di ingredienti più dignitosa persino nel panettone del discount.
Dunque ingegnandosi un minimo, il panettone si può anche mangiare dopo le feste e se si è a dieta.
Basta bilanciarlo con ingredienti proteici, frutta acidula e in generale alimenti meno grassi.
La giornalista insomma aderisce a questa ormai annosa campagna dello “sparare a zero sul made in Italy” da parte dei giornali tedeschi.
Non può essere così ignorante, basta una ricerca di un minuto su internet per accorgersi che in Italia dire panettone vuol dire tutto e nulla, dunque è implicita la malafede. Con questo non voglio assolutamente dire che i tedeschi siano razzisti nei nostri confronti, di certo non lo è la gente comune, ma che i giornali tedeschi spesso ospitano articoli che ridicolizzano o denunciano i prodotti nostrani con una tempestività sospetta.