Last Updated on 12 Febbraio 2018 by Eleonora Bolsi
Uno studio apparso sulla celebre Journal of Nature – studio che parla dell’asparagina (amminoacido che prende il suo nome dagli asparagi, che la contengono assieme alle patate e alla parte esterna dei chicchi di caffè) come possibile sostanza che scatena la diffusione delle metastasi per il cancro al seno – è diventato virale e fonte indiretta di molti allarmismi tra le persone, che adesso si chiedono se e come gli asparagi possano essere considerati cancerogeni e quindi addirittura pericolosi per la salute. Ma cosa dice esattamente lo studio? Lo studio ha sottolineato che una dieta a basso contenuto di asparagina o con il trattamento dell’enzima asparaginasi (che inibisce l’assimilazione di questo amminoacido), riducesse anche le metastasi in un gruppo di topi per cui è stato creato un modello in vitro del cancro.
Gli esiti di questo studio non sono del tutto nuovi per la comunità scientifica: si sapeva già che l’enzima asparaginasi avesse una funzione antineoplastica, dunque antitumorale, per quei tumori le cui cellule proliferano in presenza di asparagina (per esempio nelle leucemie). Ma questo significa che non possiamo mangiare asparagi? O che gli asparagi causano il cancro?
Ovviamente no. Per molte ragioni che sono state spiegate in questi giorni dai medici, proprio a fronte di un’ondata di panico tra le persone che hanno letto e interpretato male lo studio.
Innanzitutto, lo studio è stato condotto sui topi e non sugli esseri umani. Secondo, l’asparagina non è l’unico amminoacido che secondo alcuni studi può potenziare la diffusione di metastasi nei pazienti con il cancro (non causare il cancro: attenzione!), dunque favorire la proliferazione del tumore. E neanche l’unica sostanza da cui guardarsi. Altri studi sono stati fatti per altri amminoacidi, e, tralasciando gli amminoacidi, anche per determinati alimenti, per esempio i cibi ad alto contenuto glicemico, i cibi ad alto contenuto di grassi eccetera. Questo ci fa capire che non esiste un cibo che da solo possa farci venire un tumore, ma al limite uno stile alimentare scorretto può a lungo andare aumentare il rischio di soffrire di alcuni tumori. Così come non esiste un cibo che ci possa far guarire dal tumore.
Le cose non sono mai così semplici.
In secondo luogo, l’asparagina non è presente solo negli asparagi, ma sia in alimenti di origine vegetale (ho menzionato le patate, ma anche le noci hanno asparagina, anche i legumi e la soia) e animale (dalla carne alle uova al pesce): per questo motivo i medici raccomandano sempre di evitare il fai da te e fare una dieta il più possibile varia e completa, perché l’esclusione di alcuni cibi potrebbe avere effetti molto più dannosi per il corpo, soprattutto per un paziente oncologico. L’asparagina prende semplicemente il suo nome dagli asparagi, ma è presente in tantissimi altri alimenti. A volerli escludere tutti, significherebbe privarsi di legumi, vegetali, tuberi, noci, carne, pesce, uova e latticini, cereali integrali. Solo frutta e verdura a parte gli asparagi ne hanno una concentrazione minore.
Inoltre il corpo stesso produce asparagina.
La ricerca ha valore sono nella sperimentazione di nuovi trattamenti farmacologici, e non per creare nuove paure alimentari, o indurre le persone a mangiare meno asparagi o evitare tutti gli alimenti che contengono asparagina.
Che poi, ma quanti asparagi mangiate? E li mangiate ogni giorno, a chili?
Per intenderci, 180 grammi di asparagi forniscono lo 0,3% di asparagina, una fesseria, non la dose di un veleno.
Si è visto che dei pazienti con particolari marcatori molecolari producono più asparagina del normale e, in questi pazienti, una terapia farmacologica alternativa che riduca la produzione di asparagina può essere utile contro le metastasi.
Quindi bando agli allarmismi e bando al fai da te.