Last Updated on 11 Marzo 2019 by Eleonora Bolsi
Innanzitutto inizio questo articolo separando l’invenzione (fiction) dai fatti (facts): una dieta antinfiammatoria standard di fatto non esiste. E non esiste proprio perché gli esperti non sono mai riusciti a identificare uno stato infiammatorio preciso che una specifica dieta dovrebbe combattere, ovvero non sono stati in grado di stabilire un protocollo dietetico per uno stato infiammatorio dovuto all’alimentazione, stato infiammatorio che per esempio agisse accorciando i telomeri, ovvero agisse geneticamente favorendo invecchiamento e malattie. Insomma, se uno stato infiammatorio c’è, esso non è dovuto a ragioni alimentari, ma ad altre cause, per esempio fumo, alcol, abitudini sbagliate.
Non a caso, nel momento in cui cerchiamo di ragionare su cosa sia esattamente una dieta antinfiammatoria, ci troviamo in un mare di incertezze che la definiscano: c’è chi dice che sia una dieta naturale, ricca di frutta, verdura, cereali e legumi, senza proteine animali (Conway); c’è chi dice che non deve invece avere traccia di cereali, carboidrati e zucchero in generale (Perlmutter); c’è chi dice che deve essere invece ricca in cibi nutrienti animali, come carne e pesci grassi e fonti di carboidrati da frutta, verdura, noci (Cordain e tutti i paleodieters); o ancora, diversa nei macronutrienti: c’è chi dice che deve essere una dieta ad alto contenuto di carboidrati, minimo di grassi, iposodico e ipoproteico (Ornish, Tlc diet, Dash diet, Fuhrman, Nyman), chi ha stabilito che una dieta ricca di grassi e bassa di carboidrati è risultata d’aiuto in alcune malattie autoimmuni (protocollo della dieta chetogenica). Impossibile trovare una definizione di dieta antinfiammatoria che metta d’accordo tutte queste correnti.
Ma se volessimo invece trovare dei punti in comune sulla dieta antinfiammatoria? Anche minimi, ma che ci aiutino a rendere la nostra alimentazione un pochino più salutare? Eccone alcuni che mettono d’accordo più o meno tutti. (segue a pagina due)