Last Updated on 22 Ottobre 2019 by Eleonora Bolsi
Uno studio della Mayo Clinic uscito di recente è stato “tradotto” dalla maggior parte dei giornali che ne hanno parlato così: “derivati del latte aumentano il rischio di cancro alla prostata”. E come sempre accanto alle conclusioni decisamente allarmistiche lo studio in questi articoli non viene nemmeno linkato.
Andiamo quindi a vedere la fonte diretta, ovvero lo studio della Mayo Clinic pubblicato dalla rivista The Journal of American Osteopathic Association, il cui titolo è: Effetti dei prodotti di origine vegetale o animale sul rischio di cancro alla prostata.
CANCRO ALLA PROSTATA E DIETA: CI SONO FATTORI DI RISCHIO?
L’obiettivo dei ricercatori era ambizioso. Trovare dei fattori di rischio dietetici che possono favorire il cancro alla prostata, o quantomeno vedere se l’alimentazione gioca un ruolo, anche di secondo piano, nel cancro alla prostata.
Già qui ci muoviamo su un terreno scivoloso.
Il cancro alla prostata è un cancro in cui conta il fattore dell’età, quello della familiarità e della genetica. Inoltre sono implicati due ormoni: un alto valore di testosterone e un alto valore di IGF1.
Certo, uno stile di vita sano è sempre l’arma di prevenzione migliore. Però la dieta non ti salva dal fatto che invecchi, che hai una predisposizione genetica o familiare. Semplicemente ti può aiutare a ridurre il rischio.
Detto questo, veniamo allo studio.
DERIVATI DEL LATTE E CANCRO ALLA PROSTATA
- I ricercatori della Mayo Clinic hanno preso in esame 47 studi su 297 scelti inizialmente.
- Di questi 47 studi, meno di un terzo sono studi su un buon campione di partecipanti, e uno dei limiti della ricerca è che i ricercatori non hanno analizzato o rivisto le modalità di raccolta dati di questi studi. Quindi magari uno studio è stato molto accurato nella risposta dei partecipanti e un altro molto meno.
- Inoltre nessuno di questi studi stabilisce una correlazione di causa-effetto.
Queste due cose le riportano gli stessi ricercatori, parlando dei limiti della loro ricerca.
Semplicemente hanno correlato le abitudini alimentati dei partecipanti con i dati di chi si era ammalato di cancro alla prostata. Non sono andati a indagare se chi si era ammalato era vecchio, geneticamente o familiarmente o ormonalmente predisposto. - Dei 47 studi non tutti hanno trovato delle correlazioni tra consumo di proteine animali e rischio di cancro alla prostata, andando a contarli sono 13 su 47 gli studi che hanno trovato un aumento dell’incidenza tra il consumo di latte e derivati del latte. Quindi abbiamo quasi un quarto del campione. Gli altri studi non hanno trovato un legame o al contrario hanno trovato un rischio minore.
Dunque la maggioranza. - Dei 13 studi infine che hanno trovato un aumento dell’incidenza tra latte, derivati del latte e cancro alla prostata i risultati non sono omogenei. Alcuni parlano solo di latte, ma non di formaggi. Alcuni solo di formaggi ma non di latte. Altri di yogurt. Altri di solo burro e panna.
Capite che in un contesto simile diventa davvero azzardato parlare di consumo di latte e derivati del latte e rischio di cancro alla prostata?
E infatti lo studio fa una conclusione diversa, ovviamente importante ma diversa da questi allarmismi: dice che un maggiore consumo di cibi che contengono proteine vegetali come legumi, frutta verdura, noci, prodotti della soia non aumentano il rischio di cancro alla prostata.
Ah, ok.
Approfondimenti: la dieta Mayo Clinic.