mercoledì, Ottobre 30

Come restare a casa in forma e in salute

Last Updated on 17 Marzo 2020 by Eleonora Bolsi

Dopo il decreto dell’11 marzo, definito #iorestoacasa, sono moltissime le persone che si lamentano per le conseguenze che la riduzione delle uscite, del lavoro e delle occasioni di svago comporta. Come restare a casa se restare a casa vuol dire rinunciare a tante cose a cui ci eravamo abituati?

PERCHE’ E’ IMPORTANTE ALLENARSI A RESTARE A CASA

Purtroppo, molti non hanno secondo me ancora realizzato che questa non è e non sarà l’unica emergenza virale che dovremmo vivere. La globalizzazione, il consumismo e il fatto che siamo 7 miliardi di persone sulla Terra rendono più probabili e frequenti nuove emergenze.

Bill Gates ne parlava già nel 2015, quando in un discorso su Ted Talk denunciava il fatto che più delle guerre i Paesi dovrebbero preoccuparsi delle pandemie, ma che non sono preparati a farlo.

Pensate solo alle opportunità di telelavoro e di formazione a distanza per gli studenti. A quante difficoltà queste cose semplici e fattibili hanno già comportato a milioni di italiani oggi.

L’autore del saggio Spillover, adesso tornato prepotentemente all’attenzione, David Quammen, scriveva di questo quasi dieci anni fa.

Dunque, è improbabile pensare che non ci saranno altre emergenze come quelle del Coronavirus in un futuro che speriamo il più possibile lontano.
Perciò dobbiamo imparare a organizzare la nostra vita e tutelarci in questi casi di emergenza.

Giorni fa la rivista The Lancet evidenziava le conseguenze della quarantena sulla salute dei cittadini, e in particolare il rischio maggiore di depressione, disturbi da stress post-traumatico, e maggiori rischi di salute cardiovascolare e metabolica.

In questo articolo, voglio parlarvi di come restare a casa in forma e in salute.
Tutto quello che possiamo imparare a fare per non mettere a rischio la nostra salute cercando di forzare i divieti e le restrizioni alla vita fuori casa.
E al tempo stesso, evitare, in quarantena, di deprimerci o instaurare cattive abitudini anche alimentari.
(SEGUE A PAGINA 2)