Last Updated on 13 Marzo 2023 by Eleonora Bolsi
Sai cosa sono gli Upf?
Se non ne hai mai sentito parlare, leggi qui.
Stando alla psicologa e nutrizionista clinica Kimberly Wilson, che da anni conduce studi sull’impatto dell’ambiente nell’ambito della salute mentale, la Gran Bretagna è la capitale europea del fast food e dei cibi Upf. Wilson, in libreria con un nuovo saggio dal titolo “Unprocessed”, spiega che tutto l’Occidente sta per affrontare una crisi della salute mentale. E una delle cause dell’emergenza di problemi quali depressione, disturbi del comportamento alimentare, ansia, declino delle capacità cognitive e attacchi di panico è proprio la dieta.
Alimentazione e Upf: l’ultraprocessato è un nemico sottovalutato
Il ruolo della dieta è molto sottovalutato quando si parla di salute mentale soprattutto per l’opinione pubblica. Le persone non si rendono conto degli effetti dei cibi industriali e ultra processati sulla salute della mente e non solo sull’aspetto fisico o sui parametri correlati alla sindrome metabolica. Una persona è ben consapevole che mangiare cibi pronti, dalla gastronomia, dalle rosticcerie o dal supermercato, ha un peso non solo sulla bilancia, ma anche sui valori di colesterolo, glicemia e trigliceridi.
Ma è difficile trovare qualcuno che sappia che cibi lavorati e cibi pronti aumentano il rischio di disturbi mentali.
Questo nonostante abbiano fatto notizia protocolli famosi come la dieta Mind.
La dieta impatta anche la memoria.
Difficoltà a ricordare le cose e a concentrarsi sono dovute a problemi all’area ippocampale del cervello. Recenti studi hanno trovato una correlazione tra una dieta ricca di cibi lavorati e le dimensioni dell’ippocampo.
Aumentano i disturbi e le malattie associati a fast food e cibi Upf.
Non solo fast food. In inglese si chiamano UPF, acronimo di cibi ultraprocessati. E non si trovano “solo” nei supermercati, ma anche in luoghi di ristorazione e vendita di alimenti che dovrebbero essere artigianali ma non lo sono. Pizze, sfoglie, cornetti, gelati realizzati con preparati industriali e semilavorati già pronti sono ormai la prassi anche nel campo della ristorazione. E non va bene neanche per i vegani. I cibi ultraprocessati sono presenti anche nel mondo vegano, tanto da parlare di vegan junk food.
Di recente, una metanalisi ha trovato una correlazione tra gli UPF e disturbi come la depressione, il fiato corto, la debolezza fisica. Cose non proprio immediate se pensiamo alla dieta.
Cibi funzionali per combattere il consumo da UPF.
Oltre alla raccomandazione di mangiare per la metà del piatto vegetali a pranzo e cena e frutta a colazione, gli adulti prima dei sessant’anni dovrebbero mangiare almeno una porzione al giorno di verdure in foglia verde, una di legumi o cereali integrali, e consumare tè e caffè senza eccedere in zucchero o latte o subito dopo i pasti, per completare la quota di antiossidanti. Dopo i sessant’anni invece è meglio optare per una porzione al giorno di pesce azzurro, una di frutti rossi, una di alimenti fermentati. E, ancora più in generale, lasciate perdere la ricetta della carbonara scientifica e cercate di cucinare il più possibile cibo a casa, partendo da alimenti naturali.