Last Updated on 22 Ottobre 2015 by Eleonora Bolsi
Il proposito dell’autore è semplice: dimostrare che siamo circondati da fallacie logiche, da false argomentazioni, da distorsioni mediatiche che ci spingono ad avere paura ormai di tutto il cibo, finendo per rovinarci la vita, e creandoci più problemi di peso di quanti ne avevamo inizialmente. Una gabbia da cui è molto difficile evadere, ma non impossibile. Ecco come.
1) Se dovessimo dare retta ai media e a internet e agli studi parziali e alle persone non competenti, i cibi che fanno male sono tutti: i carboidrati fanno male, lo zucchero è la nuova droga, le proteine fanno male, troppa frutta fa male, i grassi saturi fanno male, i grassi polinsaturi pure, i prodotti animali ci portano le malattie, i vegetali hanno pestidici e antinutrienti, i cereali hanno reso l’uomo moderno grasso e obeso.
2) Se dovessimo dare retta a tutto quello che leggiamo, ogni settimana ci sarebbe una moda dietetica diversa: come abbiamo fatto a vivere finora senza il detox? Perché abbiamo sentito l’esigenza di evolverci rispetto agli uomini primitivi? Non lo capiamo da soli che le tradizioni di una volta sono sicuramente meglio della dieta odierna, che qualsiasi alimento di tipo vegetale fa sempre bene, anche quando è cicuta, che qualsiasi cura naturale è molto meglio di quello che ci dice il medico?
3) Ci sono popolazioni che vivono benissimo pur mangiando tonnellate di glutine e carboidrati, altre che vivono benissimo pur mangiando elevate quantità di grassi animali, altre che mangiano molta frutta zuccherina, altre che mangiano più proteine di noi senza soffrire malattie. L’autore fa l’esempio di varie popolazioni che sono la prova vivente che i dogmi alimentari fanno male più dei presunti cibi che fanno male. Se esistesse una sola regola per alimentarsi correttamente, queste popolazioni si sarebbero estinte. (seguimi a pagina tre)