Anche se su Dcomedieta non ci occupiamo del professional eating, anche detto competitive eating, sono molte le persone che ignorano cosa sia.
In questo articolo vediamo il caso dell’italiana Chiara Mangiatutto, ragazza siciliana che così è diventata famosa per essere una professional eater.
Tuttavia, le aspre e spesso violenti critiche che leggo sotto i suoi video sui social mi spingono a fare chiarezza, anche perché è triste vedere questa escalation di attacchi gratuiti e violenti da parte di chi ignora completamente cosa sia il professional eating.
COSA È UN PROFESSIONAL EATER?
Un professional eater, o competitive eater, è una persona che per lavoro mangia ingenti quantità di cibo o in un tempo limitato, nel caso delle gare collettive (competitive eating) con altri professional eaters o nelle challenge con i locali di ristorazione, oppure senza tempo limitato.
Questo mestiere tuttavia nasconde molti pericoli e una preparazione lunga e certosina.
Il professional eater non è una persona che in generale mangia tanto o troppo.
Al contrario, fa un allenamento quotidiano che consta di due attività fondamentali.
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La prima è quella di adattare lo stomaco progressivamente a ingerire diversi chili di cibo.
Per fare questo, il professional eater impiega anni ad allenare la capacità contenitiva del proprio stomaco, in genere assumendo una grandissima quantità di liquidi, come acqua, o di cibi solidi ipocalorici, come le verdure.
Chiaramente, esiste una certa biologica, per cui non vi immaginate che uno stomaco umano possa contenere dieci chili di cibo come niente fosse. Nella maggior parte dei casi, spesso allenandosi fin dalla giovinezza, un professional eater riesce ad aumentare la capacità di ingerire diversi chili di cibo tutto insieme senza rimetterlo. -
La seconda è quella di masticare e ingoiare velocemente il cibo senza strozzarsi.
Negli Usa, i professional eater più bravi sono tre o quattro, ed eccellono in entrambe queste capacità. Una che è un vero e proprio Guinness dei primati è Molly Schuyler (in video), capace di ingerire venti o trenta torte di zucca in mezzora.
I professional eater possono essere pagati dai locali, perché le loro performance li promuovono, oppure vincere delle competizioni con premio in denaro.
In Italia, non abbiamo professional eaters come quelli americani, coreani o anche londinesi.
Un’eccezione tuttavia è Chiara Mangiatutto.
Ma non avendo l’Italia la cultura del professional eating, Chiara è spesso bersaglio di polemiche molto aggressive.
Ora, si può essere contrari all’idea che esista un mestiere simile o che sia un mestiere “sicuro”.
Infatti non lo è, non va imitato e può essere molto pericoloso, per cui speriamo tutti che Chiara sappia cosa sta facendo.
Ma le critiche che riceve Chiara Mangiatutto meritano una risposta.
CHIARA MANGIATUTTO, CRITICHE ALLA PROFESSIONAL EATER ITALIANA PIU’ FAMOSA
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Chi ignora cosa sia il professional o competitive eating, si chiede come faccia innanzitutto una persona magra a poter ingerire quelle quantità di cibo senza ingrassare.
Ebbene, esistono anche professional eaters sovrappeso, ma in genere il professional eater cerca di mantenere il suo peso nella norma o di rimanere magro. Questo perché quando non fa una gara o uno show, mangia soltanto cibi molto poveri di calorie, anche se in grossa quantità. Nonostante qualche professional eater digiuna, in generale i professional eater fanno diete restrittive senza digiuno, perché questo potrebbe inficiare il senso di sazietà durante le competizioni.
Ovviamente questo significa mangiare pochissimo nella maggior parte del tempo, tuttavia prediligendo ampie quantità di liquidi (zuppe, minestroni) o l’ingestione di cibo solido ipocalorico, per esempio sedano, insalate. Alcuni poi seguono una dieta molto povera di grassi e tendenzialmente proteica. Nella maggior parte dei casi svolgono attività fisica. Quindi no, l’eccesso alimentare viene compensato dai giorni in ipocalorica.
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Un’altra critica diffusa è di quelli che confondono il competitive eating con un disturbo del comportamento alimentare.
Il professional eater non ha alcun disturbo, e non può ricorrere al vomito o ad altre pratiche pericolose per liberarsi del cibo in eccesso.
>Anche per questo motivo, il professional eating è una professione molto delicata e rischiosa che non va assolutamente emulata.
>Chi non è un professional eater, di fronte all’ingestione di grosse quantità di cibo potrebbe rischiare la morte, dal finire strozzato ad avere un infarto intestinale, mentre un professional eater lavora la maggior parte del tempo per allenare lo stomaco, l’esofago, le mandibole, per minimizzare ogni possibile rischio. Tuttavia, quando non può più ingerire neanche un altro boccone, va assolutamente preso sul serio e non forzato a continuare.
Quindi i professional eater preferiscono perdere una sfida che rimetterci in salute, ben sapendo che questo potrebbe essere loro fatale. -
La terza è ultima critica riguarda lo spreco di cibo.
Molte persone trovano lo spreco di cibo come diseducativo. Ignorano tuttavia che soltanto gli Usa buttano talmente tanto cibo dai locali o come invenduto che si potrebbero sfamare in un anno tre Paesi poveri. Lo spreco alimentare è deprecabile, ma la maggior parte delle volte è l’invenduto dei locali di ristorazione, che viene gettato. Questo accade soprattutto nei fast food di catena più famosi, e per ciò che non viene venduto nei grossi supermercati. Oltre a questo, molte persone buttano del cibo che potrebbero consumare, facendolo scadere.
Si tratta complessivamente di tonnellate e tonnellate di cibo che viene sprecato ogni giorno.
Un professional eater non può fare competizioni quotidiane, e il cibo ingerito in genere si attesta sui 4-5 chili che vengono consumati.
Quindi il professional eating non è la causa principale dello spreco alimentare.
Sperando che questo articolo faccia smettere le persone di ridicolizzare, insultare e attaccare Chiara o altri professional o competitive eater, vi ho spiegato le luci e ombre di questa professione ed è come tale che va considerata.