mercoledì, Ottobre 30

I 12 supercibi consigliati da Carlo Cracco

Last Updated on 10 Marzo 2019 by Eleonora Bolsi

E anche Carlo Cracco ci parla di dieta e corretta alimentazione: d’altronde perché non dovrebbe, dato che è uno chef?
E in particolare, nel libro di nuova uscita, “Il Buono che fa bene” (Vallardi Editore), lo chef parla di sana alimentazione e supercibi, ovvero cibi dalle particolari proprietà nutrizionali, con la collaborazione e la consulenza di un medico ricercatore dell’Università di Bari, Antonio Moschetta, un vero e proprio esperto di metabolismo e malattie metaboliche.
Nel libro Carlo Cracco e il dr Moschetta spiegano per esempio che i supercibi di cui parlano sono cibi che magari usiamo anche nella nostra cucina di tutti i giorni, ma che forse non sappiamo usare bene, nelle giuste dosi e combinazioni.
Il messaggio alla base del libro è questo: una cucina con ingredienti di qualità fa bene alla salute, e quindi anche alla forma fisica.

I 12 SUPERCIBI NELLA NUOVA DIETA DI CARLO CRACCO
1) Olio extravergine di oliva:
ricco di acidi grassi monoinsaturi, sarebbe uno dei segreti della salubrità della dieta mediterranea, ma lo chef Cracco consiglia di sceglierne di vari tipi, per poter avere il meglio dalle differenze di produzione, prodotto, aroma. E di consumarlo subito. Un buon consiglio senza dubbio. Per esempio usandolo nei dolci. 
2) Carote:
sappiamo che sono ricche di betacarotene, la forma migliore di provitamina A, che ha una forte funzione antiossidante. Secondo lo chef va associata all’olio per favorirne l’assorbimento, e ad agrumi ed erbe aromatiche fresche.
3) Zucca: lo definisce un superortaggio, che può essere consumato crudo o cotto (crudo in un centrifugato con ananas e zenzero freschi, cotto in un’insalata tiepida, affettato finemente e appena sbollentato). Ha un’azione antinfiammatoria e antibatterica.
4) Cereali integrali: sono ricchi di oligoelementi, ma lo chef punta alla qualità. Farro monococco, pasta fresca con semola integrale e farina di grano saraceno. Bisogna stare attenti sia alla materia prima (il luogo, la raccolta, il terreno) che alla lavorazione (farina macinata a pietra, più digeribile).
(SEGUE A PAGINA DUE)