La notizia è rimbalzata da un capo all’altro del mondo nella scorsa settimana: Belle Gibson, star 24enne australiana su Instagram con un profilo noto come Healing Belle e inventrice della app The whole pantry, una applicazione su dieta vegana, benessere e salute, aveva proclamato di aver sconfitto una grave neoplasia al cervello (allo stadio terminale) e numerose altre grazie alla dieta e a uno stile di vita salutare, prendendo in giro migliaia di utenti e suoi seguaci che probabilmente hanno preso il suo esempio per autocurarsi. Ebbene, era tutto falso.
La Gibson non soffriva di alcuna malattia grave, è stata lei stessa a riverlarlo ai media: per tantissimo tempo si è dipinta come vittima di numerose forme tumorali primarie e secondarie, tra cui una gravissima al cervello e alcune neurologiche, contro cui a suo dire si batteva a colpi di dieta sana, acque depurative, rimedi olistici. In due anni ha guadagnato un mucchio di soldi parlando di “alimentazione che cura” e terapie naturali alternative, truffando milioni di persone. Smascherata da varie accuse (di conoscenti e amici) nei mesi scorsi che puntavano il dito contro le sue storie, dicendo che erano fantasie e assurdità, la Gibson pare si sia trovata costretta a vuotare il sacco con i giornali. A sua discolpa ha detto di “essere uman”a. Questo solo dopo aver costruito un piccolo impero che dalla app The Whole pantry l’aveva portata al libro, al successo e alla popolarità a scapito di tutti coloro che le hanno creduto.
Di chi è la colpa? Della gente che ha bisogno di credere che sia possibile curare le neoplasie e altri gravi problemi di salute con la cucina sana e uno stile di vita sano senza ricorrere alla medicina tradizionale, dei media che approfittano di ogni persona che parla di medicine alternative per montare un caso o di una megalomane che ha fatto i soldi con le sue bugie?