Last Updated on 8 Maggio 2020 by Eleonora Bolsi
AUMENTO DEL PESO: 5 CAUSE A PARTE LA DIETA
Esposizione a interferenti endocrini.
Dal 2006 si utilizza il termine “obesogeno” per indicare quei fattori ambientali che contribuiscono all’aumento di peso, indipendentemente dalle calorie consumate.
La prima a occuparsene fu tuttavia la scienziata Paula Baillie-Hamilton nel 2002, con un articolo che identificava nelle tossine dei composti chimici un cofattore dell’epidemia dell’obesità.
Una di queste è il bisfenolo A, che si trova nei materiali plastici, ma negli anni sono state individuate tantissime sostanze che contribuiscono a creare delle modificazioni a livello ormonale, per cui le persone tendono a convertire maggiormente i grassi assunti con la dieta in grasso corporeo e ad avvertire maggiore senso di fame.
Tra le sostanze, molte si trovano: nelle acque, nell’aria, nel suolo e in conseguenza anche in cereali, frutta, verdura (nelle bucce, nel germe), legumi.
Chiaramente anche negli animali che si nutrono in quei suoli. Si è visto inoltre che questi interferenti endocrini vanno a modificare alcuni recettori responsabili della crescita delle cellule adipose bianche. La teoria è stata provata da molti studi in vivo.
Ci sono anche additivi, per esempio emulsionanti, nei prodotti industriali, e farmaci.
La risposta a questi interferenti potrebbe essere soggettiva, ovviamente. Però esistono fin troppi studi scientifici dettagliati sugli agenti obesogeni, come questo, per dire che è solo una teoria.
Alterazione del ritmo circadiano.
E’ un fatto che i turnisti e le persone che in particolare svolgono lavori notturni sono più soggette a sviluppare sindrome metabolica e accumulo di grasso viscerale nel corso del tempo. Anche qui, il problema è la mancanza di sonno nelle ore notturne unita alla mancanza di orari fissi in cui mangiare. Al tempo stesso, dato l’estremo stress che certi lavori comportano, è impensabile dire a un turnista o a un lavoratore notturno di seguire una dieta ipocalorica e trovare anche il tempo per fare sport 3 o 4 volte a settimana.
Il rischio è che, anziché fare meglio e ottenere una risposta di dimagrimento, si vada ad aumentare il cortisolo, che è un ormone che ha un impatto negativo sul dimagrimento perché lo ha innanzitutto sul metabolismo.
Dunque per queste persone fare la classica dieta non è la risposta, se non si possono migliorare le loro condizioni di vita.
Stress.
C’è una correlazione tra il cortisolo e l’insulina, per cui più siamo stressati e più corriamo il rischio di sviluppare insulino resistenza. Come rivela un recente studio, la resistenza all’insulina ha un impatto negativo sull’ipotalamo e su altre aree del cervello.
Queste aree interagiscono, a livello di recettori, con l’intestino.
Si è visto che chi è insulino resistente o ipercortisolemico in generale perde meno peso di chi non ha queste condizioni, e tende a riprenderlo più facilmente anche se segue la stessa dieta di mantenimento.
Anche i traumi rientrano in questa categoria.
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