giovedì, Novembre 21

Dieta antinfiammatoria

Last Updated on 4 Luglio 2016 by Eleonora Bolsi

E’ stato il dottor Galland l’ultimo dei medici che per curare le malattie croniche ha sottolineato l’importanza di una dieta antinfiammatoria. Non si tratta ovviamente di una dieta dimagrante, ma il dimagrimento è un po’ l’effetto collaterale di questa dieta, visto che si procedere alla drastica eliminazione di alimenti dannosi per la salute in quanto suscettibili di provarci stati infiammatori, e a un maggior consumo di alimenti che ci ripuliscano e aiutino le difese immunitarie.
Secondo il dottor Galland, gli alimenti da privilegiare nella dieta erano:
Succhi senza zucchero di ribes nero, mirtillo, acerola, melograno, mele, oltre che i centrifugati freschi di frutta e verdura.
Frutta secca e semi oleosi: ideali nelle preparazioni di alcuni cibi, tritati nel pane o nelle torte integrali, o come snack.
Frutta, erbe, odori e verdura a volontà, con menzione particolare per aglio, cipolla, agrumi, frutti rossi, mele, basilico, cavoli e broccoli, spinaci, prezzemolo, spezie come curcuma e zenzero, pepe nero e the verde.
Le altre raccomandazioni “vegetali sono”: fibre integrali da cereali integrali, pane e pasta integrali (mi raccomando, il vero integrale), legumi a volontà, tutti i cibi proteici derivati dalla soia, come seitan, tofu o tempeh.
Proteine animali: sì agli albumi e assolutamente sì al pesce.
Grassi: olii vegetali buoni come olio d’oliva, olio di canapa.
Cibi da ridurre: carne, carne lavorata, latte e formaggi vanno ridotti il più possibile.
Cibi da eliminare: zucchero e cibi raffinati, cibi light, cibi prodotti industrialmente.
Consigli per una dieta antinfiammatoria di successo:  secondo l’esperta in nutrizione Carrie Dennett, mangiare troppo aumenta il rischio di infiammazioni. La dieta antinfiammatoria ideale è quella a regime calorico moderato e biologica, in cui si beve abbastanza per rimanere idratati sempre. Che non significa mettersi a stecchetto, ma significa non strafare a tavola e puntare sulla qualità e l’origine controllata dei prodotti piuttosto che sulla quantità.