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Alimentazione in gravidanza e rischio di intossicazioni

Last Updated on 23 Ottobre 2019 by Eleonora Bolsi

E’ appena uscito uno studio molto interessante che ha analizzato il rischio di intossicazioni nell’alimentazione in gravidanza per la mamma e in quella del neonato in fase di svezzamento. Del campione di donne e bambini presi in esame sono state richieste le abitudini alimentari e confrontate le urine per vedere se risultava un’esposizione da tossine.

Queste sostanze tossiche rilasciano infatti delle tracce nelle urine.
Analizzando quindi i campioni i ricercatori hanno fatto una scoperta poco piacevole.

ALIMENTAZIONE IN GRAVIDANZA E RISCHIO DI INTOSSICAZIONI

Queste sono le conclusioni dei ricercatori della Keck School of Medicine della USC nell’ambito del progetto Environmental Health Perspectives. Hanno analizzato un campione di quasi 900 donne e 1300 bambini in 6 paesi europei. Ovvero Lituania, Spagna, Grecia, Norvegia, Francia e Inghilterra.

Sotto trovate una legenda dei contaminanti che vi elenco per sigle.

  • Le donne che mangiavano più di tre porzioni a settimana di pesce in gravidanza avevano alti livelli di mercurio, arsenico e delle sostanze tossiche chiamate PCBs e PFUnDA. Nei bambini che mangiavano più di tre porzioni a settimana di pesce  oltre a questo si sono trovate tracce di PFNA e PFOS/PFAS.
  • Il consumo di frutta sia nell’alimentazione in gravidanza che in quella del bambino era associata a metaboliti OP nelle urine. Non tuttavia se si trattava di frutta biologica.
  • Legenda delle sostanze.

    Metaboliti Op: organofosfati derivati da insetticidi, alta tossicità per l’uomo. Correlati ad asma, obesità, disturbi neurologici.
    PCBs: policlorobifenili, inquinanti persistenti che in dosi elevate danno avvelenamento simile a quello da diossina.
    PFUnDA: acido perfluoroundecanoico, sostanza simile al bisfenolo che distrugge le cellule pancreatiche, ed è associato a insulino-resistenza. Si trova nel cibo e nelle acque inquinate.
    PFNA: acido perfluorononanoico, un inquinante tossico che tende ad accumularsi nel corpo. Si trova nelle acque inquinate e nelle plastiche. Ci sono studi che lo collegano a malattie autoimmuni, problemi di sviluppo nel bambino e malformazione del feto, tossicità epatica e ipercolesterolemia.
    PFOS: acido perfluoroottansulfonico, presente nei terreni e nelle falde acquifere inquinate. Correlato a ipercolesterolemia, pressione alta, aumento dell’acido urico e tossicità epatica. Le PFAS sono simili e risultano carcinogeniche.

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