Last Updated on 10 Novembre 2016 by Eleonora Bolsi
Non so come, ma il passaggio dalle notizie alla maniera in cui ci vengono poi proposte, a volte è imbarazzante: quando spesso sentiamo parlare di “bad science”, in italiano “cattiva scienza” o meglio pseudoscienza, non ci si riferisce solo a studi che coinvolgono campioni troppo bassi di popolazione per essere generalizzati o a luoghi comuni che non hanno fondamento scientifico se non in un ricordo lontano, ma anche a tutto il processo di semplificazione con cui uno studio scientifico viene poi digerito e riportato e infine compreso dai lettori.
Nelle semplificazioni che riguardano l’alimentazione, per esempio, questo diventa un problema. Cosa fa dimagrire? Cosa fa ingrassare? Come funziona il metabolismo? Le calorie esistono o no? Questo cibo fa male? Questo fa bene? Nel tentativo di spiegare e rendere comprensibili certe cose alle persone, le notizie vengono spesso ricomposte e digerite fino a creare semplicemente l’anti-notizia.
Un esempio di quello che sto dicendo è davanti agli occhi di tutti.
L’Oms dice che mangiare carni rosse può essere collegato a un rischio maggiore di ammalarsi di neoplasie, ma gli esperti non sono sicuri; le carni rosse, così come il caffè, i sottaceti, le fritture eccetera. Ora, da questo a dire che la “carne fa male” ce ne passa. Anche quattro chili di bignè fanno male. Qualsiasi persona capirebbe che in medio stat virtus, e che la chiave per restare in salute è la moderazione.
Invece no. Ovunque leggiamo che la carne “provoca” i tumori. Gli esperti hanno mai detto questo? NO. La gente però ne è convinta.
Da dove trae queste convinzioni? Dal passaparola?
Allo stesso modo, nella recensione di questo libro, Il mito della dieta di Tim Spector, troviamo molte cose che sapevamo già su cosa fa dimagrire e cosa soprattutto non fa dimagrire, e che solo questo blog ha trattato almeno in un centinaio di articoli: che le persone rispondono soggettivamente alle diete, così come rispondono soggettivamente all’attività fisica. Questo per via della nostra flora batterica, su cui, ben prima di Tim Spector, epidemiologo, avevano indagato tantissimi altri medici, compresi dietologi. In Italia, il professor Pier Luigi Rossi penso ne stia parlando da anni, ormai. Io stessa sulla flora batterica avrò scritto, senza esagerare, una cinquantina di articoli riportando altrettanti studi. Uscirsene adesso dicendo che tutte le diete non funzionano, che in parte il nostro peso deriva dalla genetica, che possiamo agire solo su alcuni fattori, ma non su tutti, è una cosa detta, ridetta, risaputa. (segue a pagina due)