mercoledì, Ottobre 30

Stai a dieta? Rischi l’ossessione del cibo

Last Updated on 24 Ottobre 2020 by Eleonora Bolsi

Fateci caso, le persone che si mettono a dieta, donne in special modo, non fanno altro che parlare di cibo.
La verità è che più ci fissiamo con il cibo, con la dieta e con le varie strategie per perdere peso, più ne siamo ossessionati.
Questa in realtà non è affatto colpa nostra.

Stare a dieta abbassa i livelli di leptina, l’ormone della sazietà. Il cambiamento di questo e di altri ormoni che invece agiscono a livello intestinale porta i recettori di alcune aree cerebrali, tra cui l’ipotalamo, a inviare dei messaggi per invogliarci a mangiare. Soprattutto cibi definiti altamente appetibili. 

L’ossessione del cibo è quindi una conseguenza della dieta ipocalorica e della riduzione metabolica che ne consegue. E non termina ahimè con la dieta, ma molto tempo dopo continueremo ad avere lo stesso problema. Dunque parleremo di cibo, parleremo di diete, svilupperemo un’ossessione per i programmi di cucina, per i blog di ricette, per le foto di piatti.
Persino i nostri sensi, a iniziare dall’olfatto, si fanno più accesi.
Questo succede quando il corpo si sente in privazione costante.
stare a dieta

RISCHIO DI OSSESSIONE DEL CIBO MAGGIORE NELLE DONNE

Secondo un’indagine, sono in particolare le donne, anche perché si mettono più a dieta degli uomini, a essere ossessionate dal cibo. E spesso, questa ossessione si manifesta anche di fronte a persone o interlocutori occasionali. Ovvero non smettono di parlare più di zuccheri, di dieta proteica, questo sì, questo no, stasera in pizzeria ma scherzi?, ci vediamo dopo mangio a casa, questo fa male, eccetera eccetera.

Un comportamento che noi donne dobbiamo sforzarci di evitare e che, soprattutto in presenza di minori, può essere per loro nocivo e diseducativo.

Ma, in generale, è un comportamento da evitare se siamo con persone che non conosciamo, e che perciò possono condividere o meno le nostre opinioni, ma che possono avere problemi alimentari, problemi di accettazione con il proprio corpo, problemi di autostima, problemi di peso a loro volta. Dobbiamo cercare insomma di guardarci dal di fuori, capire se e fino a quando è il caso di parlare di cibo e di dieta o di calorie o di peso.

Se poi lo facciamo in continuazione, quello è un campanello di allarme, come ho detto sopra, che stiamo sbagliando qualcosa a livello dietetico. Che siamo frustrati dalla nostra alimentazione, che stiamo mangiando troppo poco, che si stiamo negando troppe categorie di cibo.

Poiché l’ossessione del cibo dura più della dieta dimagrante, come ha dimostrato Ancel Keys nel celebre Minnesota Starvation Experiment, dove i volontari ci hanno impiegato mesi per uscire dalla condizione di parlare e informarsi di cibo in modo ossessivo, rendiamoci conto che già quando la cosa sfugge quasi al nostro controllo ci impiegheremo molto per uscirne.

Facciamo infine le nostre brave scelte alimentari imparando a non informare chiunque sulle loro motivazioni. Infatti è difficile che qualcuno ci chiederà perché il riso no e la grigliata di pesce sì.

Evitiamo di informare tutto il mondo del fatto che stiamo a dieta, o di quanto una corretta alimentazione o la scelta del bio ci abbiano aperto gli occhi sul fatto che siamo ciò che mangiamo eccetera.
Ovviamente, alcuni di questi argomenti sono importanti o addirittura molto importanti.
Però un conto è esprimere la propria opinione se la situazione ce lo permette, un altro è fare proselitismo. Non siamo medici, non siamo nutrizionisti. Facciamo un passo indietro.
Spesso inoltre le persone sanno o hanno sentito già tutte queste cose. Compreso chi va al MacDonald’s.

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