martedì, Ottobre 15

Scoperte le proteine capaci di bloccare l’aumento di grasso

Aumento di grasso corporeo? Pensate a questo: quante volte avete sperato che il vostro corpo riuscisse a bruciare le calorie che avevate ingerito invece di convertirle in grasso? Un po’ come quelle persone che mangiano ma sembrano non assimilare nulla, rimanendo sempre magre. Ebbene, a quanto pare non si tratta di una cosa impossibile. Ormai da anni, due equipe di scienziati dell’Università UC di san Francisco si sono dedicate allo studio di due proteine per bloccare l’aumento di grasso.

Qui su Dcomedieta vi fornirò tutti i dettagli delle loro scoperte e di come di recente ha portato a risultati concreti anche nelle persone.

eIF4E: la proteina che riesce a bloccare l’aumento di grasso

Già qualche anno fa, il ricercatore Davide Ruggero e i suoi colleghi avevano isolato la proteina eIF4E nei topi, sopprimendone metà dell’azione sul metabolismo. Le vie di azione per agire sulla proteina erano due: o genetica, “spegnendo” in parte la proteina; o farmaceutica.
Questa era chiaramente l’opzione più promettente anche per sviluppare in futuro un farmaco che potesse bloccare l’aumento di peso.
Inattivando per metà della sua funzionalità la proteina nei topi, i ricercatori avevano scoperto che questi, pur mangiando ad libitum e soprattutto grassi, ingrassavano la metà dei topi con la proteina attiva. I ricercatori inoltre spiegarono che in tutti gli organismi viventi questa proteina era presente nelle cellule e che dava il via alla produzione di ulteriori proteine nel corpo, quindi aveva un ruolo determinante nella sintesi proteica.

Questo vuol dire che questa proteina non si può inattivare o spegnere del tutto anche se, oltre alla sintesi proteica, ha un ruolo chiave nella sintesi, quindi nella produzione, di grasso corporeo.

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Basterebbe quindi modificare la proteina eIF4E geneticamente per ridurne l’azione o agire con un farmaco inibitore.
Quali sono state le conseguenze? Che i topi bruciavano l’energia fornita dai grassi molto di più che in condizioni normali. Quindi non riuscivano a tenere riserve di grasso corporeo pur mangiando moltissimo.

Abbiamo detto però che la proteina è presente in tutti gli organismi biologici. Quindi anche negli esseri umani.
Vi ho detto che oltre alla via genetica esiste una via farmaceutica per inibire questa proteina. Infatti, i ricercatori avevano scoperto che il farmaco antitumorale Tomivosertib riusciva a inibire l’azione di eIF4E.
Oggi, tuttavia, esiste anche un’altra strada.

La proteina KLF-15 per bloccare l’aumento di grasso corporeo negli esseri umani

Ebbene sì, perché un gruppo di ricerca della stessa Università di san Francisco avrebbe scoperto che anche la proteina KLF-15 gioca un ruolo non solo nel metabolismo dei grassi ma anche in quello degli zuccheri. In questo caso il discorso è simile al primo: riducendo l’azione di questa proteina si bruciano più calorie tramite la conversione delle cellule di grasso bianco (adipociti bianchi, insomma la ciccia vera e propria) in cellule di grasso beige, più metabolicamente attive. Questo tipo di conversione viene chiamata browning.
Per fare ciò, è possibile agire tramite un farmaco che contiene una sostanza inibitrice di un particolare recettore della proteina.
Tuttavia, su quest’ultima scoperta ci sono alcune considerazioni da fare.

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Nel caso di KLF-15, minori livelli di questa proteina aumentano gli eventi fatali a livello cardiaco. Quindi il farmaco dovrebbe inibire solo una particolare azione di KLF-15, quella ingrassante, ma questa inibizione non deve avere effetti collaterali a livello cardiovascolare. Questo è un punto molto importante.

L’altra considerazione è che una prima strada farmaceutica era stata già messa a punto, ma non aveva dato i risultati sperati negli esseri umani. Gli scienziati stanno lavorando a un nuovo farmaco iniettabile, che prende di mira un altro recettore: tuttavia, molta strada ci sarà da fare per confermare gli iniziali risultati promettenti.

In conclusione, considerando le due proteine e mettendole a confronto, parrebbe che l’azione sulla proteina eIF4E sia la strada più sicura per inibire la formazione di grasso corporeo.