mercoledì, Ottobre 30

Stai alla larga da questi 4 supercibi: ecco perché

Last Updated on 3 Ottobre 2024 by Eleonora Bolsi

(ultimo aggiornamento: 02/10/2024)

I supercibi sono la moda degli ultimi anni: si tratta di cibi dalle proprietà particolari, in genere molto nutrienti, che proprio per i benefici che apportano al nostro organismo dovrebbero migliorare la nostra tradizionale alimentazione. Vero? Falso già dalla premessa.
Un’alimentazione per essere corretta deve fornire semplicemente sia il fabbisogno energetico, di macronutrienti e micronutrienti necessari per stare bene, che la possibilità fattuale di essere seguita, ovvero la sua sostenibilità, sul lungo termine. Se invece la tua alimentazione dipende da alimenti che devi procurarti al costo di spese maggiori perché provengono da Paesi molto lontani dal tuo, come nel caso dei supercibi, dei cosiddetti nutraceutici, degli integratori, degli alimenti potenziati, funzionali, ecc., allora non stai seguendo un’alimentazione corretta per la semplice ragione che non potrai farla a lungo. Viceversa, un’alimentazione corretta è quella che puoi garantirti ogni giorno per sempre.

Oggi ti parlo di quattro supercibi che violano o il criterio della sostenibilità o quello dell’importanza a livello qualitativo. O sono insostenibili sul lungo termine o non forniscono i benefici che credi. Dunque non ne hai bisogno.

Alcuni di questi supercibi sono più costosi delle alternative locali, ma chi più o chi meno li abbiamo provati tutti almeno una volta o più, convinti che consumandoli avremmo avuto chissà quali benefici. E, anzi, potrebbero addirittura farci più male che bene, o farci bene esattamente come il piatto di pastasciutta a cui abbiamo rinunciato.
Una indagine del Daily Mail ha affrontato il mondo dei supercibi analizzandone le criticità, e be’, alcuni di questi alimenti sarebbero semplicemente da evitare perché apportano più problemi che benefici. In alcuni casi, special modo se usati su base giornaliera, compromettono la digestione, causano gonfiore intestinale, indeboliscono la flora batterica, sono gozzigeni, ovvero contengono sostanze dannose per la tiroide.

SUPERCIBI: ECCO I 4 DA EVITARE

  1. La quinoa (si pronuncia Kin-wah o Kinuà, non Kinoa né Cuinoa).

    Si tratta di uno pseudocereale, a metà tra un seme e un cereale, considerato un supercibo per il suo alto valore proteico, a cui si aggiunge la mancanza di glutine che l’ha reso celebre tra i sostenitori del gluten free.
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    Ci sono 4 ottime ragioni per mangiarne di meno
    a)  non è un cibo ecosostenibile: la quinoa che compriamo è perlopiù d’importazione da Paesi come il Peru o la Bolivia che lo usavano come cibo povero: il suo successo l’ha resa inaccessibile agli abitanti di questi Paesi e di contro ha creato lo sfruttamento delle persone coinvolte nelle coltivazioni.
    b) Il prezzo non è mai competitivo, la quinoa costa anche il doppio del riso
    c) Essendo un seme è carico di saponine e altri antinutrienti. Le persone che evitano i cereali o legumi per il terrore delle saponine peggiorano sicuramente la loro alimentazione abbuffandosi di semi di ogni tipo, che ne hanno parimenti. Se proprio amate la quinoa, mettetela a bagno per 8/10 ore e fatela germogliare (germoglia da sola in acqua), poi risciacquatela bene e cuocetela in un filo di acqua per pochi minuti. Il fatto che sia uno pseudocereale non vuol dire che non vada messa a bagno.
    d) La quinoa causa gonfiore, irritazione intestinale e indebolisce la digestione proprio per il suo contenuto di antinutrienti maggiore rispetto ad altri cereali. Questi antinutrienti non sono tutti termolabili. Una percentuale resiste alla cottura. Per questo è importante metterli a bagno se si è sensibili a livello intestinale.

  2. Il cavolo nero.

    Sapete già che cavoli, broccoli, verze e cavolfiori vanon consumate sempre e solo cotte, vero? Da crude, tutte le crucifere sono gozzigene. Per cui evitate i centrifugati detox con il cavolo verde viene frullato crudo, consumate le crucifere di inverno, quando è la loro stagione, e cotte, per distruggere le sostanze gozzigene, che sono invece termolabili.

  3. Le bacche di goji.

    Oltre a rappresentare un’altra forma di sfruttamento dei territori poveri e contadini, sono da evitare se soffrite di artrite, causano gonfiore e costipazione. Possono creare allergie sulla pelle e sono controindicate a chi soffre di diabete come tutta la frutta disidratata. Meglio i frutti rossi freschi, come mirtilli o ribes.

  4. I semi di chia.

    Per carità, un poco di semi di chia non vi farà male, ma non consumateli abitualmente.
    I semi di chia hanno un contenuto di fibre viscose superiore a molti altri cibi, e queste creano una gelatina che nel nostro intestino può intrappolare il gas. Il risultato è gonfiore e costipazione. Sono quindi da evitare se soffriamo di colon irritabile.
    Hanno un alto contenuto di antinutrienti della pianta, per cui dovrebbero essere messi a bagno: meglio consumarne in piccole dosi. In più, costano.