Last Updated on 27 Giugno 2017 by Eleonora Bolsi
Una delle frasi più ricorrenti nel mondo della nutrizione è questa: “mangia meno e muoviti di più“, dall’inglese “eat less and exercise more”, frase che sottintende l’idea che se io riduco le calorie e brucio più energie dimagrirò per forza, secondo i principi della termodinamica e un semplice calcolo matematico inverso, per cui, se è vero che a un chilo di peso corporeo corrispondono circa 7200 calorie, se risparmio 500 calorie al giorno tra cibo e movimento dovrei perdere sicuramente mezzo chilo a settimana.
I maggiori sostenitori di questo modo di pensare non sono soltanto i nutrizionisti, ma anche i personal trainer. Su internet è pieno di frasi in cui le persone vengono spronate a fare sempre di più, per esempio “gli addominali si fanno in cucina” (ovvero devi dimagrire se vuoi vederti gli addominali), o “no pain no gain”, un concetto che in italiano un tempo si esprimeva in questo modo: “se bello vuoi apparire un po’ devi soffrire”.
Purtroppo però le cose non stanno esattamente così. Il nostro corpo è una macchina complessa, e questa macchina pur rispondendo alle leggi della termodinamica, non può essere rappresentata solo da esse: quando proviamo a perdere peso, infatti, entra in gioco una serie di meccanismi per evitare che a tot calorie perse corrisponda una precisa ed eventuale perdita di peso.
Mi spiego meglio.
Se fosse vero che un essere umano mangiando 3500 calorie in meno (ne mangio in meno o le brucio in più) dimagrisse mezzo chilo, questa cosa dovrebbe, per essere scientifica e attendibile, verificarsi con qualsiasi essere umano, e in qualsiasi condizione: d’estate, d’inverno, in dieci giorni, in quaranta, a nord, a sud, eccetera, e indipendentemente dalle condizioni dell’essere umano (grasso, magro, uomo, donna, ecc.). (segue a pagina due)